FOW Tales:I Sei Saggi Capitolo 1: Drifters
Articolo by Diego Pennesi
Editor Force of Will Italia
1.Drifters
La notte e' teatro di quel momento magico, dove l'amore sboccia in ardore e passione, ci rende invisibili agli occhi del mondo nascondendoci in una calda e materna tranquillità.
Eppure, in una notte così soave da mostrare tra le rade nuvole una splendida luna capace di illuminare campagne e montagne con la propria luce azurea, sorniona essa nasconde in seno il peggiore dei mali.
Denti acuminati come spade, unghie pronte per balzare al collo di qualsiasi preda, quattro zampe ed altrettante protuberanze per ogni fianco. Flaccide, sebbene letali come fruste.
Saette bianche squarciano il limpido cielo, rischiarando quel castello arroccato sulla sommità della montagna, costruito così in alto quasi a voler accarezzare la luna con la propria sommità.
Occhi rossi, feroci, puntano una evanescente preda, saetta evitando gli affondi rabbiosi della bestia oscura.
Più in alto, in una torre diroccata del castello, altre figure osservano lo scontro sempre più furente.
-Spiegami ancora una volta, Moojdart, perchè non possiamo scendere e chiudere qui questa, letterale, buffonata-
-Tengo in considerazione la mia parola quanto quella di ognuno di noi Milest: Se hanno espresso il desiderio di uccidere questa ultima fiera da sole, ed io stessa come voi, ho dato il consenso a non interferire, non vedo perchè dovre...-
-Vi prego, potremmo rimanere semplicemente concentrati?-
Tre saggi osservavano lo scontro.
Il primo, Milest, un'essere per nulla differente da un uomo, adornato con una magnifica armatura rosso fuoco e drappi oro, celava il suo volto con una ghignante maschera, insufficiente per nascondere il suo seccato stato d'animo per la situazione.
La seconda, Moojdart, aveva una bellezza esotica e misteriosa. Il piccolo seno, racchiuso dalla leggera stoffa, non tradiva la sua natura femminile, enfatizzata da lineamenti del viso dolci, inebrianti e dai lunghi capelli viola fino ai polpacci. La sottile armatura grigio perla, adornata da merletti e risvolti, sembrava creata apposta per accentuare la sua figura longilinea; Le affusolate mani, stringevano una staffa con sopra una gemma incastonata.
Occhi capaci di trapassare oltre l'anima, di osservare la vera natura di ogni essere.
L'ultima, Fiethsing, il cui splendore era secondo solo a Moojdart, indossava solamente una gonna verde che non nascondeva certo le abbondanti curve del suo splendido corpo. Capelli dorati fin oltre le spalle facevano da contorno ad una miriade di tatuaggi tribali su braccia e su ogni parte del corpo in vista.
Due occhi, anch'essi verdi come la più rigogliosa delle foreste ed una postura regale, completavano quella che era a pieno titolo “L'oracolo elfico”, cozzando allo stesso tempo con il ticchettare ricco di agitazione delle dita sul muro a cui era appoggiata.
Milest scosse la testa sedendosi su una roccia di li poco distante.
-Fate come volete...Ma se una di loro due ci lascerà la pelle, vorrei ribadire che volevo aiutarle-
-Avrei voluto aiutarle-Ribattè Moojdart
-Che?-
-Avrei voluto aiutarle, non volevo-
-Silenzio voi due ora ed una volta per tutte diamine!-
Fiethsing espresse il concetto con una occhiata in direzione di entrambi, Milest non fece altro che alzare le braccia.
Nel frattempo, più in basso dove lo scontro infuriava tra la besta e le sue oppositrici evanescenti ad ogni colpo andato a vuoto volavano sempre più in alto pezzi del tetto di quel castello teatro dello scontro tra tre figure.
-Maledetta bestia...Dura come la roccia...-
-Concordo. Vogliamo usare un secondo approccio?-
Due figure ora affiancate discutevano sotto voce senza staccare gli occhi dalla bestia: un errore che avrebbero potuto pagare a carissimo prezzo.
-Cosa proponi Zero?-
-Ritirati, Almerius-
-Che?-
-Proverò a distrarlo spingendolo tra le stanze del castello e al momento in cui sarà distratto chiuderemo la faccenda con il “solito”-
Almerius abbassò la guardia iniziò a indietreggiare lentamente.
Il quarto saggio, Almerius, una donna umana adornata da una pomposa veste bianca e vermiglia che esaltava un sensuale bacino, capelli biondi racchiusi in dedalo di intrecci su cui posava una magnifica corona dai mille colori, come la luce che emanava la preziosa gemma incastonata nella staffa che teneva nella sua mano sinistra. Un viso giovane e svampito.
Una figura che cozzava tremendamente con quella della sua compagna. Zero.
Pomposità ed eccesso erano parole a lei estranee.
Schinieri di pelle racchiusi in filamenti bianchi le proteggevano le gambe fin al bacino, una gonna di scaglie cucita sotto ad una di pelle era la protezione migliore che si potesse desiderare per muoversi in agilità.
Solo una leggera veste, bianca, invece le copriva il petto, lasciandole scoperte le spalle.
L'unico eccesso, forse imposto, era la larghissima tesa del cappello a punta ,anch'esso bianco, così enorme da coprire tutta la sua figura.
Eccesso sicuramente controbilanciato dall'arma che impugnava.
Nessuna pomposa staffa in legno, ne gemme al suo interno.
Puro bronzo e ferro. Solida, massiccia, con alla sommità un cerchio rinforzato da quattro raggi ed una lama esterna, larga metà del cerchio, quasi fosse un'ascia.
Il suo volto sembrava per nulla affaticato dalla lotta, sebbene fosse teso e attento nei riguardi del suo avversario. Dolce, sebbene capace di incutere riverenza e timore.Un caldo sguardo nel contempo freddo e distaccato: un'enigma per chiunque potesse osservarlo.
Occhi rosso fuoco seguivano ogni movimento delle protuberanze della fiera nemica.
Appena Almerius si allontanò, la bestia saettò uno dei suoi tentacoli verso Zero, prontamente schivato dalla maga.
Non riuscì però, forse distratta, a schivare il colpo di frusta che le fece saltare via la staffa, facendola caracollare a poca distanza dietro la bestia.
Tutti gli altri saggi si irrigidirono sebbene, immediatamente, dopo Zero fece cenno loro di rimanere tranquilli.
Si piegò leggermente sulle ginocchia, come a prendere una rincorsa. Puntellò il piede destro dietro il suo copro e diede alla fiera il suo profilo sinistro. Con le dita della mano destra, abbassata quasi a peso morto, stava formulando una qualche magia, a riprova del fatto che si stava formando un pentacolo oro proprio sotto le dita.
La bestia ringhiò ferocemente. Allargò per un'istante le zampe, strinse la mascella e irrigidì come un fascio di nervi il proprio corpo.
Era pronto ad attaccare la indifesa Zero.
E lei lo sapeva.
-Tredici-
-Cosa?-Chiese Almerius
-Conta tredici piani dall'ultimo, ti aspetto li-
La bestia scattò verso Zero così velocemente da far incrinare con il solo spostamento dell'aria il pavimento tra loro due.
Zero sembrò, in quell'istante, scattare verso sinistra, come a voler evitare lo scontro e riprendere la propria arma.La bestia torse il proprio busto.
In quell'istante, la maga capì di aver vinto, sfoggiando un malizioso sorriso.
Afferrò con la mano destra il collo della bestia, mostrando una forza sovrumana per un corpo così piccolo. Lo alzò ancora di qualche centimetro. Poi, con un urlo quasi primordiale, lo sbattè in terra.
Il suono delle ossa distrutte della bestia fu subito coperto dallo smottamento di gran parte del pavimento.Era crollato per vari piani, formando uno scivolo verso una fine coperta ancora da troppa polvere per essere vista.
Con un gesto richiamò a sé la staffa facendola fluttuare a gran velocità in aria.
-Tredicesimo- ripetè verso Almerius scivolando giù per il castello.
Dopo alcuni istanti, Zero potè intravedere la scia di sangue lasciata dalla bestia e poco distante, la bestia stessa.Come c'era da aspettarsi, il colpo l'aveva ferita solo parzialmente.Il rumore di ossa che si ricomponevano era chiaro sintomo che le magie oscure che in essa albergavano, non erano di certo da quattro soldi e che la potenza degli Chtulu era di un qualcosa da non sottovalutare.
Scivolando verso l'ignoto, la bestia cercò di tenere a distanza la maga splendente lanciandogli contro attacchi con i propri tentacoli, i quali venivano talvolta scansati o addirittura tagliati dalla affilata staffa.
La maga decise di accelerare il passo.Iniziò a correre su quel pericolante scivolo schivando i pesanti macigni che ,di tanto in tanto, cadevano dai soffitti, passandogli talvolta di lato, talvolta poco sotto, prima che toccassero terra o trasformandosi in un fascio di luce intangibile, saettando da una parte all'altra.
Si stava avvicinando sempre più al suo obiettivo. La bestia, a quel punto, si alzò sulle sue zampe e corse in direzione opposta, come a cercare una via di fuga. Accortasene, Zero iniziò a lanciare nella sua direzione una folta selva di saette di luce, colpendo la fiera in più occasioni, senza però mai gettarla a terra.
In un successivo istante,la maga bianca lanciò contro la fiera un raggio di luce più grande, colpendola ad una zampa e facendola vacillare.
Non attese che il colpo fosse andato a segno per spiccare un salto verso il soffitto più vicino , usandolo per darsi un'ulteriore spinta e scagliarsi, staffa protratta, verso lo Chtulu.
Lo colpì in pieno, fracassando quello che un umano chiamerebbe sterno. L'aria si bagnò di un velocissimo fiotto di sangue, mentre l'animale venne spinto per un altro paio di piani, fino ad interrompere quella rovinosa caduta.
Atterrati, entrambi si staccarono l'uno dall'altro.
La bestia oscura perdeva sangue mentre Zero, tronfia, si stagliava tra questa ed una finestra, miracolosamente ancora tutta integra.
Schioccò la bocca e si lanciò contro la sua preda.Si trasformò ancora una volta in un fascio di luce per evitare un affondo nemico e colpì al fianco la fiera,facendola sbattere sul soffitto. Si preparò per infliggere un secondo colpo quando sarebbe ricaduta a terra. Fu però costretta ad indietreggiare, colpita di striscio, da altri tentacoli che la bestia, istintivamente le aveva scagliato contro.
A terra, la creatura battè più volte le proprie zampe, facendo scendere dal soffitto pulviscolo e piccoli detriti. Dopodichè, ancora con la ferita sanguinante, caricò Zero.
La maga decise di trattenere il colpo e di non schivare.Forse, sottovalutando la forza della bestia ,assorbì tutto il suo peso sulla staffa.Le forze iniziavano a cedere e piano piano l'irruenza della bestia la spinse ben oltre la finestra, distruggendola in mille vetri e scaraventando entrambe nel profondo strapiombo.
Fortuna volle che Almerius, levitando a davanti la finestra del giusto piano su un pentacolo color oro, si accorse della loro caduta e riuscì in tempo a creare con una magia una serie di fruste che avvilupparono lo Chtulu, così da farlo cadere e liberare Zero.
Aggrappatasi ad una sporgenza, Zero potè tirare un sospiro di sollievo.
-Vista brutta?-Chiese Almerius
-Si, non ti ho trovata: chi ti ha insegnato a contare?-
-Ehi no...Io ero al piano giusto!-
-No-
-Si-
-No-
-Si-
-Ancora?-
-Ti dico di si!-
-Ti dico di no! Piano terra, primo piano secondo piano! Si contano così!-
-No, quello da dove sei partita era il ventesimo, poi il diciannovesimo...-
Zero ancora ansimante per la corsa guardò Almerius e deglutì prima di proferire parola
-Mi stai prendendo per il culo?-
-No perchè?-ridendo
Non riuscì a controbattere. Una forte scossa fece tremare tutto il costone della montagna.La bestia si era liberata e ,dando fondo a tutte le sue energie, stava letteralmente correndo sulla parete esterna del castello.
Era diventata più grande, più oscura e più corrotta. Stava dando fondo a tutta la oscurità che lo aveva corrotto.
Zero diede una occhiata di intesa verso la sua compagna. Staccò la presa dall'appiglio riuscendo a rimanere perfettamente perpendicolare al lato del castello, come se potesse camminare in verticale. Inspirò.
-Chiudiamo qui la faccenda-
Si lanciò correndo, mentre lasciava ad ogni passo una sorta di polvere color oro.
Vedendola arrivare, la bestia si fermò e iniziò ad ululare, dapprima apparivano suoni senza senso. Mentre gli istanti passavano, tutti i Saggi si accorsero che era il linguaggio degli Cthulu.La bestia stava effettuando un ultimo attacco, potenzialmente letale anche a distanza massiccia. I Saggi si lanciarono tutti verso di essa, senza remore. Sapevano di essere lontani e che tutto era nelle mani delle due donne.
Almerius superò in velocità Zero e favorita dal fatto che la bestia non fosse attenta a ciò che accadeva attorno, riuscì a utilizzare ancora una volta la sua gabbia per intrappolarla,
questa volta con un giogo ancora più massiccio.
-ZERO, ORA CHE HO BLOCCATO IL NEMICO FINISCILO!-
-VA BENE, LASCIA FARE A ME!- Urlò Zero, mentre con una magia ammantò di un color bianco luminescente la propria arma.
Si gettò contro la bestia, saettando a destra e sinistra, trasformandosi in pura luce. Evitando tutte le frustate provocate dai tentacoli e stimando che non potesse più attaccare, tornò alla sua forma originaria ed a pochissima distanza dalla testa del mostro, preparò un fendente con la sua staffa.
Tuttavia, fu avviluppata da altri tentacoli.
Non prese in considerazione che ora ne potesse avere di più.Oramai lo slancio era partito e non potè fare altro che infliggere lo stesso l'attacco allo Chtulu.
L'intera staffa si ingigantì di colpo, fino al punto in cui la lama sulla sommità non divenne grande quanto la bestia stessa. Questa, tentò un fulmineo attacco: la lasciò andare dalla morsa e con le stesse protuberanze tentò di infilzarla in pieno petto.
Zero affondò il colpo senza avere il tempo di schivare, così come la bestia.
Colpita, la nera fiera rilasciò un urlo straziante per alcuni istanti, dopodiché la voce in gola si tramutò in un gorgoglio di sangue e dolore finchè, divisa perfettamente in due e riversando tutto il sangue sulla montagna, cadde nel baratro emettendo un secco suono quando toccò valle.
Zero entrò velocemente in una stanza rompendo, una finestra e si controllò freneticamente scansando il vestito.
Non era stata ferita. O meglio, lo chtulu l'aveva colpita, ma dove ora ci sarebbe dovuto essere un buco grande come il suo braccio vi era solo un gosso livido.
Ed un pentacolo verde.
Prima Almerius,poi tutti gli altri saggi entrarono nella stanza.
-Bel lavoro voi due, un basso profilo veramente ben riuscito-Esordì Fiethsing
-Ti senti bene Zero?-chiese Milest
-Si. Abbiamo finito quindi-
-Ebbene, se non abbiamo altri compiti, come in effetti non abbiamo, consiglierei di andare via il prima possibile. Questa struttura non mi sembra affatto solida ed in grado di sorreggere per più di pochi altri istanti-affermò Moojdart
-Nah...Con un po' di olio di gomito-scherzò su Almerius
-Forza, muoviamoci! Moojdart perfavore portaci via da qui, subito!-
Così il saggio, senza aspettare il via libera di tutti, preparò il trasporto istantaneo dei presenti.
Riuscì ad intravedere solo lo sguardo di stizza e di rabbia che Zero aveva nei confronti di Fiethsing, prima che tutti fossero trasformati in luce e trasportati lontano da li.
Ancora una volta l'aveva salvata, e questo significava che lei, Zero, la maga sfolgorante, era ancora così debole nei confronti dell'oracolo elfico, Fiethsing.