FoW Tales: Strade Divise, strade unite.Strade da cui non mi perderò più.
Articolo by Diego Pennesi
Editor Force of Will Italia
Strade Divise, strade unite.Strade da cui non mi perderò più.
La prima cosa che vide una volta riaperti gli occhi fu un verde prato, con il suo inconfondibile profumo di natura incontaminata.
Charlotte si rialzò barcollando vistosamente, a causa di un fortissimo mal di testa.
Quel mal di testa che viene quando viaggi da un mondo ad un'altro.
Si rese conto, sono in quel momento, di non essere più su Attoractia.
Rimase incantata da quel prato così rigoglioso di fiori, così verde, così incontaminato.
Le ricordava la natura di Yggdrassil.
In quell'istante si girò di scatto, e lo vide.
Un cerchio nell'aria, che mano a mano si stava chiudendo.
E dentro di esso, gli ultimi attimi di Attoractia.
L'albero che reggeva le ultime forze del mondo stava andando in frantumi, dissolvendosi come polvere nell'aria.
Ma la sua attenzione fu rapita da un puntino particolare in alto, vicino alla sommità dell'albero.
Era Lapis
Charlotte si fiondò verso il varco, trovandolo però inaccessibile.
Non riuscì a trattenere la rabbia, iniziando a battere i pungi verso quel muro invisibile che gli impediva di raggiungere l'artefice di quel disastro.
-Sorella...Fratello...-
Lapis istintivamente si girò nella direzione della piccola ragazza, iniziando a sorridere.
Poterono vedersi l'uno negli occhi dell'altro, mentre il varco si richiudeva pian piano.
Charlotte cadde sulle ginocchia, impotente, amareggiata.
Tratteneva a stento le lacrime.
Così facevano i cavalieri così devoti a Faria, così Lars le aveva insegnato.
Una piccola mano le si poggiò sulla spalla.
Era Kaguya.
Una piccola bambina con strani vestiti e un buffo cappello.
Non ne sapeva molto, l'aveva vista combattere contro Alisaris, l'aveva vista liberare l'antica città di Certo dalle perenni fiamme.
L'aveva salvata, così come aveva salvato Lars.
Era la persona che l'aveva strappata dal destino di morte di Attoractia.
Forse sarebbe stato meglio rimanere sul proprio pianeta?
Cosa poteva fare lei, da sola, in un mondo così lontano?
-Charlotte! Su alzati! Non è questo il momento di perdersi d'animo! Siamo vive, abbiamo combattuto fino alla fine, abbiamo portato con noi una piccola vittoria, certo, ma avremmo altre opportunità di rifarci e fermare Lapis!-
Charlotte la osservò.
Non comprese bene il perchè, ma la c'era qualcosa di strano in quell'ottimismo.
-Kaguya...io...-
-Hey hey! Devi fidarti di me! So cosa sto facendo...più o meno...Ma so che alla fine riusciremo a sconfiggere Lapis e tutti i suoi cagnolini che gli girano attorno!-
-Perchè non hai salvato Lars? Perchè non hai salvato i Sette Re? Perchè proprio io?-
Kaguya fece una smorfia, come se si stesse spremendo le meningi per ricordare ciò che doveva rispondere, invano.
Charlotte abbozzò un sorriso, in una certa maniera, quell'aria svampita, ottimista, le ricordava Pricia, quella bambina così selvaggia.
Kaguya se ne accorse e sorrise rispondendogli.
-Per questo. Per quel sorriso. In te risiedono le speranze e le memorie di Attoractia. Faria e Lars avevano grandi aspettative per te. Ora sei tu la loro ancora di salvezza!-
-Io? E come posso fare?-
-Ah! Ora basta! Vuoi dirmi che, dopo tutto quello che hai fatto, dopo tutti gli scontri che hai affrontato ancora dubiti di te, ma soprattutto di me?-
Kaguya alzò un dito verso il cielo, quasi urlando
-Ma con chi credi di star parlando? Io, Kaguya, la salvatrice della luce lunare ti ordino di credere in te stessa!-
Entrambe sorrisero di gusto.
-Falla finita...-
Da lontano provenne una voce spezzata dal pianto.
Alice era sotto le fronde di un albero, aveva assistito a tutta la vicenda.
-Alice! Ti sei svegliata finalmente! Allora possiamo continuare tutte e tre assieme a lottare!-
Alice si avvicinò con passo deciso verso le due ragazzine
-Lottare? Ancora?Non ti è bastato ancora?Quanta altra gente deve morire per le tue STUPIDE azioni?QUANTA ALTRI MONDI DEVONO PERIRE?-
-Ah!Devi prendertela con Lapis, io non ho fatto nulla-
In quell'istante Alice si gettò addosso a Kaguya, come se si fosse acceso un interruttore, la scagliò al suolo e la sovrastò puntellando le ginocchia all'altezza dei fianchi della salvatrice della luna.
-ESATTO NON HAI FATTO NULLA-
Iniziò a colpirla con ripetuti pungi al viso, urlandole tutto quello che aveva in corpo
-IL MIO MONDO E' ANDATO DISTRUTTO, IL MONDO DEGLI EROI E' ANDATO DISTRUTTO, ATTORACTIA E' CADUTA NELLE MANI DI LAPIS: QUANTE ALTRE PERSONE DEVONO MORIRE? NON HAI LA MINIMA IDEA DI QUELLO CHE DEVO VEDRE OGNI GIORNO, L'ISTANTE IN CUI IL MIO MONDO E' ESPLOSO PER QUEL MALEDETTO....IO...-
Pian piano la rabbia divenne solo disperazione.
Il viso di Kaguya era pieno di lividi, eppure le stava sorridendo.
-PERCHE' DIAVOLO RIDI!-
Riprese a colpirla, ma ben presto Charlotte riuscì a fermare la furia di Alice
Strade Divise, strade unite.Strade da cui non mi perderò più.-Hai ragione- disse con flebile voce Kaguya -non so nulla di quello che devi aver provato nel vedere distrutto il tuo mondo davanti ai tuoi occhi, non so minimamente immaginare le grida, le urla delle anime di un mondo che spirano in un solo istante...-
La salvatrice lunare sputò al suolo un po' di sangue
-Credi che io sia impassibile? Sai quante persone sono morte durante la prima guerra contro gli Cthulhu? Sai quanto ho dovuto sacrificare? Dopo aver sacrificato quasi tutto, dopo aver sacrificato l'umanità di Zero, la vita dei Saggi, ora ho dovuto sacrificare anche la vita di Attoractia.
Dimmi, Alice, tu che espressione avresti?-
E allora se ne accorse anche lei.
Il suo sorriso era vuoto, arido.
Era come una maschera da teatro, appariscente ma artificiosa.
Anzi, dentro di se Kaguya era dilaniata dal dolore.
Ma sapeva che sarebbe dovuta essere lei a trascinare la speranza.
Alice si liberò di Charlotte e si alzò allontanandosi da Kaguya.
-Penso che le nostre strade si divano qui, piccola ragazza. Andrò alla ricerca di un modo per ottenere la mia vendetta. Fermare Lapis non mi basta, non più...Non c'è redenzione, non c'è misericordia per lui...Ha un solo destino...- e si incamminò verso l'orizzonte.
-Ma signorina...-
-Charlotte, lasciala andare...va bene così-disse Kaguya, rialzandosi pian piano
-Anche io devo andare...Il mio scopo e' quello di fermarlo e invertire tutte le terribili magie con cui ha intrappolato i mondi...- prese dalla tasca una piccola gemma viola – tieni-
-A cosa serve?-
-Se la romperai attiverai una sorta di “faro”. Ho due amiche che aspettano il mio ritorno...Ma non posso trattenermi. Ho delle faccende da sbrigare!-
-non credo di capire Kaguya-
-Eh eh...Io penso sempre due passi avanti a tutti! Puoi fidarti di queste due persone. Charlotte, se vuoi lottare per il tuo mondo, per la memoria delle persone care, rompi questo cristallo, fatti portare al castello di luce, dai il tuo contributo...-
Charlotte osservò quel cristallo, quel piccolo oggetto era un bivio, un bivio per il suo futuro.
Avrebbe potuto vivere come una straniera chissà per quanti anni, oppure avrebbe potuto lottare.
-Non sarai sola-
Charlotte nel sentire quelle parole strinse immediatamente il cristallo, frantumandolo
-Hai ragione...non sono sola-
Kaguya si illuminò di una luce viola ed iniziò a fluttuare in aria
-Allora vado...Ah! Mi sono dimenticata di dirti che quel cristallo attira anche piccoli cthulhu...Scusami è che mi sa sono tornati da poco...Qualcuno ci è sfuggito dieci anni fa!-
-E me lo dice ora?-
Charlotte non finì neanche la frase che da terra iniziarono a fuoriuscire come delle gocce di liquido viscoso color nero, dalle quali pian piano prese forma un essere deforme ed orrendo.
-Non ti preoccupare! E' poco più che un famiglio! Io scappo, ci vediamo!-
E schizzò verso l'orizzonte gridando “Bunga...” e qualcos'altro che Charlotte non riuscì a comprendere.
Una situazione paradossale.
Lo cthulhu la guardava con insistenza con i suoi tre occhi color rosso, dalla sua bocca fuoriusciva sangue raffermo in grumi.
Charlotte strinse i pugni.
Era una prova? Dopotutto come avrebbe potuto affrontare i pericoli degli sgherri di Lapis, se fosse morta qui, in questo paradiso di bellezza?Con un cielo così azzurro, l'aria così pulita, la natura così perfetta....
Comprese quindi Alice, comprese quindi Kaguya.
Comprese Faria, comprese Melgis, Rezzard, Pricia, Machina, Arla...E comprese anche Valentina.
Tutti avevano a cuore il proprio regno, chi in un modo chi in un altro.
Tutti volevano preservarne la sua bellezza.
Che sciocca che era stata a non comprendere il perchè del loro sacrificio.
Era come se tutte loro le avevano donato una goccia di speranza.
Nella sua mano sinistra creò un globo di fuoco, nella sua mano destra formò una stalattite di ghiaccio e si preparò allo scontro.
-Fratello...Sorella...Ora comprendo...Non perderò più la mia strada...Osservate cosa sono in grado di fare!-Urlando ciò si gettò verso lo cthulhu, colpendolo con entrambe le magie e dissolvendolo in un sol colpo.
Questa sarebbe stata la prima battaglia di Charlotte su quel mondo così bello, così idilliaco e che a tutti i costi, avrebbe voluto proteggere in modo tale da, un giorno, riprendersi il suo mondo e ricostruire ciò che aveva perduto.
Quelle memorie che fino ad oggi l'avevano paralizzata, resa debole ed incapace di compiere il suo dovere, non l'avrebbero più trattenuta dall'agire per il bene del suo mondo.
Non sapeva se era vendetta, o solo la voglia di avere tutto indietro, ma sapeva che le era stato affidato un incarico da tutta Attoractia.
E non si sarebbe fermata per nulla al mondo.