Fiethsing: L'Ultima Canzone d'Amore Su Questo Pianeta
Articolo by Diego Pennesi
Editor Force of Will Italia
L'ultima canzone d'amore su questo pianeta.
“P-Posso entrare?”
“Non avrai mica portato con te del tè spero”
“N-No no!”
Ma ci sarebbe servito ben più che una incespicante menzogna per coprire il rumore di tazzine traballanti
“Entra pure....”
“C-Con p-permesso”
Melfee varcò la soglia cercando di fare il meno rumore possibile, senza mai distogliere lo sguardo dal vassoio che era intenta a trasportare.
Un vassoio molto traballante.
Si avvicinò con passo lento ed impacciato verso la scrivania dove Fiethsing era intenta a scrivere.
“E-Ecco signora, ho pensato che...”
Fiethsing poggiò sulla scrivania i propri occhiali e cercò lo sguardo della piccola Melfee.
“Cosa è che ti ho sempre ripetuto?”
“S-S-Si ma e-ecco io...”cercò di rispondere la piccola ragazza.
“Trovo strano che la guida degli Elfi porti del tè ad una sua generica sottoposta, non ti pare?”
Melfee si girò di scatto dopo aver posato il vassoio alla belle e meglio sulla scrivania
“Signorina Christie! C-Con quale tono si riferisce a Fiethsing?”
Sia Christie che Fiethsing abbozzarono un sorriso mentre Melfee cercavo’ di rispondere per le rime, con la sua voce tutt'altro che aspra.
Melfee era ancora una bambina, per gli standard degli elfi, ma già da parecchio tempo si era contraddistinta per il proprio potenziale.
Dopo la partenza di Kaguya, Fiethsing la prese sotto la sua ala protettrice e le insegnò quanto più possibile sulle arti magiche del vento.
Sarebbe stata Melfee la nuova guida del popolo elfo e succeditrice del sacro vento.
Era pronta in realtà.
Anzi, lo era già stata, durante l'assenza di Fiethsing, aveva trascinato il popolo verso un periodo di pace e tranquillità, aveva dato ben prova del suo buoncuore.
“Lascia stare Melfee..Su, prendi!”
La richiamò Fiethsing porgendole una tazza di tè e subito attirò la sua attenzione.
“Per me non ce n'è?”chiese la cacciatrice di Vampiri
Melfee snobbò la richiesta con una smorfia.
La cacciatrice di vampiri.
In pochi conoscevano la sua storia, in pochi sapevano quale ruolo aveva svolto durante la guerra contro gli Cthulhu e quello che fu costretta a fare.
Ma questa è un'altra storia; ci sarà tempo per raccontarla.
Vi basti solo sapere che Christie ne uscì provata, più nella mente che nel corpo.
Era una gioviale ragazza, ricca di iniziativa e di speranza per il futuro.
Oggi invece è una donna fredda, distaccata e molto pragmatica.
Soprattutto rispetto a ciò che stava accadendo.
Dopo aver sorseggiato il tè Melfree inspirò rumorosamente e dopo aver fatto pieni i polmoni d'aria, si esibì in un inchino verso Fiethsing, sparendo dietro la scrivania
“S-Signora! E-Ecco la voglio ringraziare di tutto quello che lei mi ha insegnato, vorrei ringraziarla per la sua guida fino ad oggi e spero che vorrà continuare ad insegnarmi come era solito fare!”
Fiethsing si alzò sporgendosi dalla scrivania per trovare ancora una volta lo sguardo di Melfee
“Hei hei...Rialzati su! Ascolta...Io non ho nessuna lezione da impartire...Giuro, sei stata una formidabile allieva, ora stà a te. Io ti ho dato una mano nel decidere la tua strada, ma percorrerla aspetta solo, unicamente, a ne.Non posso insegnarti altro. Mia guida”
Melfee divenne rossa come un pomodoro.
Mia guida
No, per lei non c'erano altre guide che Fiethsing
Saggio del vento
Guida e protettrice del popolo Elfico
“N-N-no mia signora io non posso essere la vostra guida! S-S-semmai il contrario!”
“Possibile che ogni volta dobbiate fare questo teatrino?”chiese scocciata Christie
“Si tratta di rispetto Signora!”Controbatte Melfee con un tono più duro possibile
“Ascolta...Melfee...Una cosa io posso ancora insegnarti”
L'elfa si tirò su di scatto, come una molla
“Credi in te stessa. Sei pronta. Giuro su quello che mi è più caro, io mi fido di te, voglio che sia tu a guidarci da ora in avanti. Ed è giusto che sia così.”
Melfee rimase di sasso, stordita da quelle genuine parole di incitamento.
“Su ora...sò che questioni importanti ti attendono la fuori...Ed anche io sono abbastanza indaffarata qui”
“C-Certo...Allora C-Con permesso”
Melfee si girò ed uscì dalla stanza senza proferire altre parole.
Fiethsing riprese gli occhiali e la penna, continuando a scrivere su un foglio di carta
“Non mi hai mai incitato così, sai?”
“Cos'è vuoi uno zuccherino?”
Christie abbozzò un sorriso e si diresse verso la finestra.
Potè notare quanto il popolo elfo si stringesse attorno a Melfee, quasi quanto si strinse attorno a Fethsing, anni prima
“Sembra che tu abbia ragione”
“Ma va? Non lo avrei mai detto”
“Siamo saccenti oggi, qualcosa non va?”
“Già...Si qualcosa non va. Quando avevi intenzione di dirmelo?”
Christie sospirò
“Non pensavo te ne accorgessi”
“Che grande considerazione che hai di me...”
“Non rompere, avevo le mie motivazioni”
Fiethsing sbattè la penna sul tavolo cercando lo sguardo della cacciatrice
“Ah si? Sono curiosa di sapere quali motivazioni ti hanno impedito di mettermi al corrente di questa nuova ondata di Vampiri”
Christie prese dalla tasca un piccolo orologio e lo mostrò a Fiethsing
Le due si guardarono in faccia in un silenzio di tomba
“Sia di chi era”
Fiethsing distolse lo sguardo
“...”
“Credi che mi faccia piacere dover combattere ancora una volta questi esseri?Sai quanti altri cacciatori sono morti negli ultimi 300 anni? Non ho intenzione di mettere a repentaglio altre vite”
“E vuoi lanciarti in una crociata da sola? Tu contro tutti questi nuovi esseri?”
Christie mise in tasca l'orologio e si voltò
“Se sarà necessario...Si.”
Fiethsing scosse la testa
“La colpa è anche mia...Il mio potere si stà prosciugando, non sono più in grado di far fronte a tutte le minacce che ci circondano...i nuovi vampiri...la misteriosa città volante...la profezia di Alice...Sembra che il mondo stia crollando e che questa volta, io non sia in grado di far nulla”
“Ti attanaglia il cuore, non è vero? Si chiama Impotenza...Vedere le persone che ami, andarsene una dopo l'altra, morire senza che tu possa farci nulla”
“Carmilla aveva scelto il suo percor”
“Ma non mia madre” fini la frase Christie
Rimasero ancora in silenzio per alcuni istanti
“Allora...partirai?”
Christie si incamminò verso l'uscita
“Si...ho una pista...Sembra che nel nord ci siano esseri che si fanno chiamare le Figlie. Vedrò di reperire da loro qualche informazione”
“Stai attenta...”
“Non ti preoccupare, so ciò che faccio. So quando dispensare la mia indulgenza, so vedere il buono che c'è in ogni persona. Aria ne è la prova. Ma questi...sono un concentrato di pura malvagità, scuri come le tenebre, macchiati da infamia e crudeltà senza limiti.”
La cacciatrice di vampiri si girò regalando a Fiethsing un sommesso sorriso, prima di chiudersi dietro la porta.
La saggia del vento si distese sullo schienale della sedia, cercando di rilassarsi
Aveva paura.
Aveva paura di non essere riuscita a fare nulla.
Aveva combattuto contro incredibili nemici, aveva assistito ad orrori indicibili.
Ma non poteva aspettarsi che tutti ne sarebbero usciti lindi e pinti.
Dopotutto neanche lei poteva dirsi in pace con se stessa.
Christie aveva sacrificato una parte importante della sua vita e questo l'aveva segnata.
Quante altre persone dovevano perdere una parte così' importante di loro stesse, prima che queste guerre finiscano?
E poi? Cosa ne sarebbe rimasto di loro? Cenci vuoti senza più un perché di vita.
Forse, si stavano tutti trasformando in coloro che volevano sconfiggere.
Prese la penna e concluse ciò che stava scrivendo, sopprimendo questi ultimi pensieri
“...e con la seguente lettera, quindi, ringrazio il vostro supporto contro questa nuova pericolosa minaccia. So che il principe e' molto scosso dalla mancanza della propria zia, così come il Re, ma prego che possiate anche da parte mia infondergli coraggio e rassicurarlo.
Esorto in questi tempi il re a prendere decisioni ponderate, Dobbiamo con forte decisione opporci a questa grave minaccia, mantenendo noi stessi ciò che siamo; non dobbiamo per nulla al mondo perdere la nostra umanità, che ci contraddistingue da coloro che oggi vogliono strapparci il nostro futuro.
Sinceramente vostra
Fiethsing”
Una volta chiusa la lettera e sigillata con una piccola cordicella, Fiethsing si alzò dalla scrivania portando con se la sua mantella, si voltò una sola volta per osservare la scrivania, prima di lasciare la sua stanza.
Su quel tavolo di legno, vi era una seconda lettera, chiusa con della cera oramai solidificata.
E con un destinatario.
Zero.
“Ciao Zero
Se stai leggendo questa lettera, o se questa missiva ti è stata recapitata, vuol dire che sono impossibilitata a raggiungerti in tempi utili al tuo fronte di guerra, o che più probabilmente, io sia morta.
Ho voluto agire fino in fondo secondo i miei ideali, fino a quel punto di non ritorno, pagandone il caro prezzo.
Se così fosse, allora desidererei che tu leggessi queste ultime righe.
E se invece dovessi tornare, allora, avremmo qualcosa su cui ridere davanti ad una buona bottiglia.
Sai, in questo periodo trascorso in pace ho veramente pensato che avremmo vissuto per sempre in tranquillità, che i nostri sforzi si fossero concretizzati in una pace duratura.
Quanto mi sbagliavo, quella pace così a lungo ricercata non è durata neanche il tempo di una generazione.
Ci abbiamo provato, quanto ci abbiamo provato.
Sai, talvolta mi sono chiesta che male ci sarebbe ad andarsene.
Abbiamo fatto molto, abbiamo fatto forse abbastanza, forse ancora più che abbastanza.
Che altri combattano al nostro posto, che altri sacrifichino quello che noi abbiamo sacrificato.
Dopotutto, chi ci potrebbe biasimare?
Noi stessi.
Solo noi stessi.
E in quei momenti, ho percepito un sentimento di vergogna, crescere dentro le mie viscere.
Ma qualcos'altro si annidava dentro di me, assieme a quella voglia di fuggire, assieme al sentimento di impotenza.
Ancora oggi attorno a me e sono sicura anche attorno a te, gravitano nuove generazioni.
Ci guardano con rispetto, ci guardano con ammirazione.
Siamo eroine, siamo pilastri di luce.
Nulla di così lontano e di così vicino allo stesso tempo.
Non siamo perfetti, non siamo icone.
Siamo fin troppo umane, siamo fin troppo fragili.
E questa nuova minaccia è la prova di quanto non abbiamo fatto per prevenirla.
Forse, ci serviva semplicemente più tempo.
Paradossale come, a due esseri quasi immortali, serva più tempo.
No, non sarebbe forse cambiato nulla.
Sento che in questo tempo, in cui ho vissuto, ho dato il mio massimo, vivendo tutto sommato, fino ad oggi, una vita piena.
Non mi pento di nulla, non cambierei nulla.
Forse solo una cosa.
Zero, io ricordo.
Io ricordo quello che ti ho fatto.
Ricordo il tuo corpo freddo, trafitto dalla staffa d'ebano.
Ricordo il tuo abbraccio, una volta rinata di una nuova luce.
Ricordo il tuo sguardo pieno di compassione, quando tentasti di cancellare le mie memorie.
Sono passati poco più di 30 anni.
Un lasso di tempo breve come un sogno per un'elfa.
Un bellissimo sogno, Zero.
Da quando ti ho conosciuta, io ho sempre voluto starti accanto.
Da quando ti ho conosciuta ho sempre voluto proteggerti.
Ecco perché combatto.
Ecco cosa mi trattiene dal non fuggire, dal non abbandonare tutto ciò.
Voglio donarti un futuro, un mondo su cui vivere, anche a scapito della mia vita, anche a discapito di ogni fibra del mio corpo.
Io ti amo.
Io ti amo Zero.
So che non potrai mai aprirti a me, so che il tuo cuore è destinato ad altri e che io non potrò mai prendere il suo posto.
Ma io ti amo, semplicemente, naturalmente.
Ho taciuto, ho tenuto dentro di me tutto questo.
Intrappolata nel cristallo di vento ero disperata nel percepire il tuo cambiamento.
Ti ho rivolto contro la mia magia.
Ti ho anche uccisa.
Avrei voluto morire io, avrei voluto essere stata io al tuo posto.
Io ti amavo, anche se avevi il sangue di molti innocenti sulle tue mani.
Sei rinata, ed io con te.
Non mi importava di quanto fossi sprofondata nell'oscurità.
Hai avuto il coraggio di aggrapparti a quell'ultimo barlume di luce che ti fu donato.
Ho amato il modo in cui mi guardavi, sembrava quasi che potessimo leggerci l'anima a vicenda
Ho amato la tua voce, capace di far sentire il mio cuore al caldo.
Ho amato i tuoi occhi, le tue mani,il tuo respirare, il tuo dormire, il tuo camminare.
Zero, se io non dovessi più tornare, ti prego, porta tu avanti la fiamma della speranza.
Vivi per questo mondo.
Impara a questa generazione cosa significa vivere.
E alla prossima.
E alla prossima ancora.
Fai germogliare il seme della speranza in questi nuovi corpi, porta avanti quello che io non posso più fare, proteggi quello che io ho protetto.
Credi in quello in cui abbiamo combattuto, in quello per cui abbiamo sacrificato tutto.
Tieni salda la tua spada, unifica i cuori di questo bel mondo.
Che domani non sia il giorno della nostra capitolazione, che non lo sia neanche il giorno dopo né il giorno appresso.
Se ti sentirai sola durante il tuo cammino, ricorda che ci sarò sempre a sorreggerti.
Zero, porta dentro di te anche me, porta dentro di te tutti coloro che sono caduti per i propri ideali di libertà, pace ed armonia.
Donaci le ali per combattere al tuo fianco, donaci un cuore per continuare a combattere.
Mostrami quanto sei fantastica Zero.”
Una lacrima cadde sul quel foglio.