Zero:La fiamma che arde dentro noi.
Articolo by Diego Pennesi
Editor Force of Will Italia
La fiamma che arde dentro noi.
Un respiro pesante, un gutturale suono e null'altro.
Attorno solo l'oscurità più densa.
La spada di luce saettava a destra e sinistra, scontrandosi di tanto in tanto con qualcosa di altrettanto resistente, provocando un suono ben distinto, ma indecifrabile.
E ad ogni scontro la lama illuminava il volto del suo utilizzatore.
Un giovane acerbo, dagli occhi ambra e dalla capigliatura metà nera metà bianca.
Millium.
Il principe del castello di luce.
Davanti a lui il suo avversario, un essere dai molteplici occhi rossi come il sangue emetteva suoni gutturali e sinistra, i due si osservarono per alcuni istanti, dopodiché entrambi saettarono l'uno contro l'altro, scontrando le proprie lame le une contro le altre ad una sorprendente velocità.
Dopo il furente incrocio di lame, Millium si tirò indietro, riponendo la spada nel fodero.
Chiuse gli occhi e si mise pronto ad estrarre la lama quando la creatura lo avrebbe attaccato.
Era teso, ma deciso.
La creatura temporeggiò alcuni secondi, girandogli attorno, dopodiché puntellò ben saldi i piedi a terra e dopo aver ruggito nella direzione del principe, gli saltò addosso.
In quell'istante due occhi color giallo saettarono tra i due contendenti e dopo essersi infranti su una parete, si adagiarono su una sporgenza della parete.
Dopo alcuni istanti di incredulità da parte dei bellicosi rivali, i due occhi schiacciarono quello che si rivelò un interruttore, facendo così illuminare la stanza di luce.
Erano all'interno di un grande salone, adibito all'allenamento del piccolo principe Millium.
Tutto attorno rastrelliere di armi e libri, scudi e fregi reali.
Davanti al principe non vi era nessuna bestia oscura, nessuno Cthulhu.
Davanti a se vi era Zero.
La maga guerriera, parecchio spazientita si diresse verso il suo famiglio rimproverandolo, ma lui saettò svolazzando verso il principe, poggiandocisi sulla spalla.
Il principe gli stropicciò con dolcezza la testa.
“Maestra, non dovreste essere così scontrosi con Anacleto”
“Quel coso dovrebbe imparare a obbedire agli ordini...non dovevi disturbarci durante l'allenamento!Mi chiedo cosa abbia fatto mai di più Fiethsing per meritarsi Tama ed io te, stramaledetto gufaccio!”
Anacleto, questo il nome del suo gufo-famiglio, al sentire le parole della sua padrona socchiuse un poco gli occhi e iniziò ad agitarsi su se stesso finchè non cadde in terra una lettera, che evidentemente, teneva nascosta tra le sue piume.
Millium la raccolse, notando che era indirizzata al padre, la osservò indeciso se aprirla spinto da una curiosità prettamente giovanile, oppure consegnarla come di etichetta, nonché rispetto, al padre.
Zero la prese dalle sue mani e la aprì senza pensarci su, mettendosi alla sua lettura
“Ma...Maestra, la lettera...”
“Si si...Non è una tragedia...Sono anche il comandante delle guardie reali, se al Re dovesse capitare qualcosa, o si dovesse mettere in guai seri per la sua testardaggine, la colpa sarebbe mia...Non hai conosciuto tuo padre in giovane età e credimi, era più caparbio e testardo di te”
Zero si adagiò con calma su una sedia mentre Millium adagiò Anacleto su un trespolo creato appositamente da Zero per il suo famiglio.
Il gufo osservò Millium con il suo sguardo che di certo non traspariva alcuna vitalità, e dopo alcuni istanti di silenzio girò la propria nuca verso il principe
“Ah ha! Ti piaciono i grattini è?”
Millium cedette alle richieste di attenzioni del gufo, stropicciandogli la capigliatura e grattandolo sotto il collo, come si farebbe ad un animale domestico.
Zero si girò per osservare la scena.
Era una scena molto familiare, semplice.
Le ricordava gli anni trascorsi assieme alla sua famiglia al suo amore della vita.
Le ricordava suo nipote, e il nipote del nipote.
La semplice gioia che aveva donato combattendo contro le forze degli Cthulhu, prima di diventare qualcosa di peggiore.
Quella sensazione di disgusto per ciò che aveva fatto non l'avrebbe mai abbandonata di certo,quello che poteva fare era solo andare avanti, forgiare un nuovo futuro nella nuova generazione di uomini, oggi ancora ragazzi.
Chissà, forse li fuori in quello sconfinato mondo, aveva ancora un discendente.
“Maestra...Pensate che sia pronto?”
“Pronto per cosa?”
“Pronto per combattere al fianco dei soldati”
Zero chiuse la lettera riponendola nella busta
“Hai per caso fretta di diventare un eroe per il tuo popolo e di mostrare di essere un fiero successore al trono?”
“...No...Non è per quello...Cioè certo, essere un principe affidabile ed amato è un sogno...ma ho chiesto la cosa perchè...non vorrei mai dover scendere in combattimento”
Zero fu colpita da quella risposta
“Io sogno un mondo libero dalle forze del male, ma difficilmente esso sarà al sicuro dal male scaturito dai nostri cuori.
E mentre posso capire di dover rivolgere la mia spada contro una bestia oscura, non riesco a ragionare con la stessa freddezza nel rivolgerla contro un mio simile, o ancor peggio, contro un'uomo di questo regno. Ora lei mi prenderà per uno sciocco e per un codardo ma...”
Zero gli si avvicinò abbracciandolo alle spalle
“No...null'affatto”
“vede...E' questo che mi rende inquieto..Ogni volta che estraggo la spada sento in me una fiamma nascere dentro di me...E' violenta è forte...mi da inquietudine...Mi dona forza...E' come un tornado...E se un giorno non dovessi riuscire a trattenerla? E se facessi del male a chi mi stà in torno?”
Zero chiuse gli occhi.
Ricordava bene quelle sensazioni, quel dolore interno, quella fiamma
“Millium...La fiamma che abbiamo tutti noi nel petto è la nostra voglia di vivere. Essa viene alimentata dalle persone che ci circondano. Più abbiamo persone che si stringono attorno a noi e più questa fiamma diventa forte e pura. Vacillerà quando non riuscirai a proteggere chi ti stà a cuore, si gonfierà quando combatterai per la liberà di coloro che la alimentano”
Zero si abbassò su un ginocchio per poterlo osservare dritto negli occhi
“Ma il compito che abbiamo, è quello di preservarne la purezza: ritti sulla nostra strada, dobbiamo essere fari di speranza. Dobbiamo trasmettere la vita a tutti coloro che ci sono attorno. Te hai un compito arduo, quello di proteggere un giorno il tuo intero popolo. Oggi, giorno dopo giorno, non solo stai imparando come fare, ma impari ed imparerai anche a conoscere queste persone, questi ideali che dovrai e vorrai proteggere. Un giorno proteggerai la tua sposa e tuo figlio e così anche lui percorrerà il tuo stesso cammino.”
Il principe sorrise, nell'immaginarsi sposato ad una graziosa donna.
“Ora vai, su, è già tardi e tua madre ti starà attendendo per pranzo”
Il principe salutò la sua maestra e si incamminò fuori dalla stanza.
“Pew...e anche questa è fatta per oggi...E ora ci occupiamo della seconda faccenda del pomeriggio, non trovi Anacleto?”
Mantenendo lo sguardo assai vacuo, il piccolo gufo ruotò in segno interrogativo la testa.
Con uno scatto improvviso, Zero ruotò su se stessa lanciando la spada del giovane principe verso un armadio, distruggendolo in vari pezzi e conficcando la spada nel muro e da esso fece capolino un'ombra nera dalla quale si stagliava una figura femminile con un cappuccio vermiglio.
“Hei hei...E' da tanto che non ci parliamo...Noto che gli esseri umani hanno modi bizzarri per salutare vecchie conoscenze”
“La prossima volta che hai intenzione di intrufolarti dentro questo castello, prendi l'accortezza di eliminare quel tanfo di morte che ti gira attorno, Nyarlatoteph”
“He he...Ascolta...Perchè non mi levi questa
spada dal braccio così posso uscire da questo buco?”
Zero si avvicinò e prese il volto fanciullesco dello Cthulhu nella sua mano destra.
“Essere rinchiusa dentro un corpo umano ti ha dato forse alla testa o cosa?”
“Noto che le buone maniere non le hai dimenticate dalla nostra ultima chiacchierata al palazzo dei saggi?”
Zero iniziò a stringere con una certa forza il volto di Nyarlatoteph
“Hai esattamente 5 secondi per dirmi cosa diavolo ci fai qui, prima che ti spappoli il cranio”
“Lasciala, è qui per mia richiesta”
Dietro la maga sfolgorante fece capolino Pandora, la principessa del regno, con il suo sfavillante vestito color porpora e oro.
Zero la osservò cagnesco continuando a stringere mentre Nyarlatoteph pian piano tirò fuori dall'ombra il suo braccio non inchiodato.
Resasi conto di quello che stava facendo, Zero senza muovere un muscolo fece fluttuare la sua spada di luce, inchiodando anche il secondo braccio del piccolo e femminile mostro al muro
“Basta Zero! Lasciala andare cazzo!”
“Questo è il mostro che...”
“So chi diavolo era, ma ora ci serve e noi serviamo a lui...o lei...Non farmelo ordinare...”
Zero dopo alcuni secondi lasciò andare la presa e liberò entrambe le braccia dalle spade.
Nyarlatoteph uscì dall'ombra oscura apparsa dal muro e rigenerò le ferite a vista d'occhio
“Vedo che i vecchi trucchi riesci ancora ad usarli, non è così immonda bestia?”
“Più che altro...” rispose a Zero “Eh...Eh...Mi dispiace che tu non riesca più ad usarli...dopo tutto quello che ti è costato lasciarteli imparare eh eh...”
Pandora riuscì a fermare la mano di Zero, pronta a colpire Nyarlatoteph in risposta alla provocazione di quest'ultima
“Ora basta...Tutte e due. Zero, ti ho detto che ci serve viva e te, non credere che non godrei nel vederti spappolata in terra su questo pavimento...Devo ricordarti che ora sei per metà umana?”
“Su su...si scherzava...allora, è per di là la stanza del trono?” disse Nyarlatoteph indicando l'uscita
“Ma che diavolo credi di fare?”
“Zero! Nyarlatoteph è qui poiché sa con precisione la ubicazione di Lumia.”
Lumia.
La sorella del re Grimm, nonché zia di Millium, eroina della seconda guerra degli Cthulhu, dispersa oramai da tempo.
“E vuoi fidarti di questo...essere?”
“Abbiamo scelta Zero?”
“Si...”rispose Nyarlatoteph “potete continuare a cercare mandando al macello i vostri uomini”
“Certo, come se non fossi te a mandarli al creatore” rispose per le rime Pandora
“Niente a fatto! La colpa è di Yog-sothoth”
“Ma anche lui è stato chiuso in un contenitore umano”
“Già ma si da il caso che si sia re-incarnato in un esserino in grado di plasmare la magia come voi Saggi e che, peggio ancora, sia riuscito a mettersi in contatto con un certo Mikage e gira che ti rigira indovina chi gli ha donato un po' di potere?”
Zero e Pandora si guardarono l'una negli occhi dell'altra
“Già...pensavate che fossero gigantesche frottole...Lapis esiste e sta venendo qui”
“E se fosse vero, tu cosa ne guadagneresti?”
“Hei hei...Questa volta ho davvero intenzione di aiutarvi! Cosa credete che noi non abbiamo un nostro pianeta?E' probabile che Yog-sothoth si sia piegato al suo volere per risparmiare il nostro mondo...O forse per strapparlo dalle mani di Azathoth...E se avete qualcuno a cui rivolgere preghiere, pregate che Azathoth non si risvegli mai...”
“Quindi vuoi aiutarci a fermarlo?”
“No Zero, voglio aiutarvi a farlo fuori...E poi magari ce ne torneremo nel nostro mondo...per un paio di secoli...eh eh...”
Zero fece per prendere mano alla spada ma fu ancora una volta fermata da Pandora, che le sussurrò all'orecchio
“Calmati...ne a me ne a Grimm piace questa alleanza, ma abbiamo bisogno di Lumia più che mai...Poter contare su Lumia e su Nyarlatoteph aumenterà le nostre...”
Pandora notò dal vestito di Zero provenire una luce violacea
“Cosè?” chiese la Regina del palazzo di luce
Zero si rese conto che il cristallo che aveva in tasca stava emettendo un bagliore intermittente
“E' tornata...”
Zero lanciò una occhiata a Nyarlatoteph e successivamente a Pandora, dopodichè si incamminò verso l'uscita a passo veloce, seguita da Anacleto
“Bene...la guastafeste se ne è andata...ora, cosa ne dici di farmi parlare con tuo marito? Sai non ho mai mai avuto occasione di vederlo dal vivo eh eh...”
Pandora si abbassò e avvicinò il suo viso a quello dello cthulhu
“Nyarlatoteph voglio essere chiara con te...Non sono mai stata una brava ragazza...Ricordi no?Non provare neanche a pensare di torcere un capello a mio marito, ne a mio figlio..non vorrai farti spappolare per tutto il regno la tua piccola testolina che ti ritrovi ora attaccata a questo così fragile collo...D'accordo?”dopodiché la regina si girò incamminandosi verso l'uscita della stanza.
“E poi vi chiedete perchè siete così facili da corrompere? Certo, mia regina, faccia strada!”
Zero saettava tra le prateria per raggiungere il luogo dove il cristallo di richiamo era stato infranto correndo il più velocemente possibile, finché dopo circa quattro ore di corsa incontrò un folto gruppo di oscure creature, proprio a pochi metri dal punto che stava cercando di raggiungere.
Senza rallentare estrasse la sua lama e cercò di caricare il gruppo di immonde bestie, sebbene prima di poter anche apportare un affondo, tutti gli cthulhu vennero sbalzati in aria da un'impressionante numero di bolle di acqua e trafitti da lance fatte di fuoco puro.
Al centro della prateria vi era una ragazza, affaticata da quella che sembrava essere stata una lunga battaglia.
Zero la prese al volo prima che crollasse dalla fatica
“...port...portami al palazzo...non c'è....molto...tempo...”
Zero la osservò ed in poco tempo comprese che la ragazza che stringeva tra le mani non era di questo mondo e che se aveva tra le mani il cristallo di richiamo, Kaguya ed Alice erano forse tornate dalla lotta su Attoractia e che erano, probabilmente, vive.
Zero prese tra le braccia la ragazza e si incamminò senza perdere tempo verso il castello di luce, mentre sopra le nuvole discese una gigantesca aereonave, grande quanto il palazzo di luce stesso; Sulla sommità una figura incappucciata, rideva nell'osservare l'intero panorama che davanti a lui si stava stagliando.
Con il cuore pieno di domande e di dubbi, Zero correva senza voltarsi; nella sua testa infinite domande la attanagliavano: avrebbero potuto senza Kaguya combattere Yog-sothoth? Sarebbero riusciti a proteggere il palazzo di luce?Quanti scontri ancora avrebbero dovuto affrontare per preservare il mondo intero, ed i suoi abitanti?
Non aveva risposte, ma di istinto, la fiamma di Zero prese ad ardere come mille e più anni fa, quando lei ebbe il compito di fronteggiare un'intero mondo di creature oscure.
Questa volta non avrebbe fallito, per nulla al mondo avrebbe macchiato la promessa fatta trent'anni prima, questa volta nessuna macchia avrebbe potuto avvicinarsi alla sua fiamma ardente.