Faria:Lottare
Illustrazione di Mirco Gravinalo
Lottare
Quando diventai adulta, mi fu fatto divieto di porre la mia spada al servizio del regno.
Mi fu detto di contribuire al benessere del mio regno cercando di sposare un potente signore.
La corona reale passò da padre in figlio, come la tradizione imponeva.
Io ero una semplice spettatrice, nulla di più.
Ma un giorno, il giovane re scomparse senza lasciare traccie, inghiottito dalle fiamme della città che non smette mai di ardere; Certo.
Ricordo di aver provato qualcosa verso il bellicoso impero di Certo, soprattutto quando la famiglia reale fu spodestata da un usurpatore.
Ora non saprei dire cosa.
Ci si deve sentire così, immagino, ad essere una Memoria.
Un residuo di una vita passata.
Non sento la fatica, la fame, la rabbia,la passione...nulla.
Il cavaliere dall'armatura color alabastro vagava per le praterie, cercando di raggiungere la ragazza che avrebbe dovuto proteggere.
Era la sua missione.
E' strano, se così posso dire, non sapere perché.
Proteggere, combattere.
Vedo nel volto di Charlotte quello che è l'ardore, la passione.
Ma non la capisco.
E' sicuramente meglio così, rimanere distaccati da questa guerra rende combattere più facile.
Lars.
Forse anche lui, come me, è su questo mondo, evocato per combattere e proteggere Charlotte.
Il cavaliere fu investito da una fredda e pungente brezza.
Il cavaliere chiuse gli occhi di riflesso e quando li riaprì si trovò in un ambiente bianco e sconfinato
“Ciao”
Una voce giunse alle sue spalle, sibilata quasi sotto voce
“Chi sei?”
“Non riconosci la mia voce?”
“Chi sei?”
“Non ho molto tempo! Dobbiamo fare in fretta”
Il cavaliere si girò in tutte le direzioni, senza trovare niente altro che spazio bianco e vuoto.
“Mostrati o lasciami andare per la mia strada. Se non hai intenzioni ostili, liberami ora”
“Mi serve il tuo aiuto Faria! Cavolaccio, sapevo che eri cocciuta ma non ricordavo così tanto!”
Il cavaliere si irrigidì nel sentire il proprio nome
“Mi conosci?”
“Si, tu invece non ricordi di me?”
Faria si tolse l'elmo e si girò verso la voce.
Non aveva idea di chi fosse o cosa voleva, ma nel profondo sapeva di potersi fidare, sapeva che quella voce proveniva da una persona amica.
Il suo viso perfetto, i suoi capelli color oro.
Davanti a lei ora era ben visibile una ragazza, non molto alta, dai capelli di mille colori, quasi fosse un uccello dallo sgargiante piumaggio, due occhi color azzurri, selvaggi e al tempo stesso così calmi.
“Non ti ricordi di me? Sono Pricia!”
“Mi dispiace, ma non ho ricordi di te. Il mio nome è Faria, ma sono una Memoria. Sono una Memoria e come tale i ricordi derivano da una ancestrale conoscenza che il mio essere ha impresso nell'albero del mondo, Yggdrassil. Sono stata generata con le sue ultime forze.”
“Faccio finta di aver capito e vado subito al nocciolo, Faria; ascoltami attentamente perchè ho poco tempo. Il mio corpo oramai è invaso dalla presenza di un'altra anima. Ti ricordi per caso di Valentina?”
“No”
“Uff...E vabbene, non importa...Insomma questa Valentina ora si è impossessata del mio corpo e stà muovendo guerra a questo mondo, aiutando pericolose forze oscure. E per fermala ho bisogno del tuo aiuto”
“E come?”
“Ho bisogno del tuo corpo”
Faria guardò con fare interrogativo la piccola ragazza
“Ripeti”
“Ahhh.....Ascolta, se vogliamo riprenderci Attoracia dobbiamo combattere questa guerra qui, su questo mondo. Per farlo dobbiamo colpire ed eliminare tutti gli sgherri di Lapis. Ogni essere è in pericolo finchè Valentina è in vita. Ma lei è troppo forte, ed ora è in possesso di un potere che fino ad ora gli era stato precluso, il mio. Questo potere voglio che lo abbia tu.”
“Va bene”
“Quindi comprendi che e' di vitale importanza fronteggiarla con tutti i nostri mezzi, anche a disca....Come...Va bene? Tutto qui?”
Faria la osservò ancora con una espressione dubbiosa
“Si”
“Chi ti capisce è brava...”
“No, penso sia naturale. Il mio compito è proteggere Charlotte. Mi hai detto che ogni persona è in pericolo finchè questa Valentina è a piede libero. Eppoi....In te vedo quegli occhi che ha anche lei.
Posso fidarmi di te, e voglio farlo”
“Così si parla! Allora prima che facciamo questa cosa...Ecco...”
“Continua”
Pricia tentennò un'attimo prima di spiegare
“Noi ci fonderemo...Il corpo rimarrà il tuo ma le nostre menti si fonderanno...i tuoi ricordi si mischieranno con i miei e viceversa. Le personalità cambieranno in un qualcosa di diverso. Valentina ci ha provato, ma ho resistito fino ad oggi.”
“Ho detto che va bene”
Il volto di Pricia cambiò espressione, dipingendosi di un'aria preoccupata e sofferente
“Io ho...Sofferto...Molto.Ho visto la mia intera famiglia ed il mio intero popolo morire. Lo shock sarà forte, molto forte....”
“Essendo una Memoria, non ho sentimenti.”
“Allora sarà anche peggio...”
“Può darsi. Ma se è questa la strada da intraprendere...Così faremo...Tu sai che questo corpo...”
“Si. Certamente. Ma se questo potrà dare una speranza ad Attoractia, se questa cosa potrà ripagare del sacrificio della mia gente,allora sarò felice di concludere così la mia esistenza”
Faria sorrise.
Lo fece di istinto, ma non comprese bene il perchè.
Sentiva di averlo fatto in passato.
Pricia contraccambiò il sorriso, illuminando il proprio volto delle tinte della speranza e dell'ardore di guerriera
“Allora, come facciamo?”
“Chiudi gli occhi, al resto ci penserò io”
Faria si rimise l'elmo in testa e chiuse gli occhi.
Pricia gli si avvicinò poggiando una mano sull'armatura, ma per Faria, fu come se la stesse poggiando sul cuore.
“Respira...Farà male, farà malissimo...”
“Sono pronta”
“....Grazie...”
Una forte fitta pervase l'intero corpo di Faria.
Un dolore fisico atroce, disumano.
Le tolse il respiro.
Si sentì soffocata.
Sarebbe morta?
Sarebbe scomparsa?
Apparvero a cascata delle immagini, momenti di vita vissuta di Pricia.
In alcuni c'era anche lei, Faria, poco prima di venir trafitta dalla lama della Alice oscura.
Poi Yggdrassil.
Sissei.
Il dolore nel trovarsi difronte, quasi morta, a Valentina.
La rabbia, l'odio verso la dittatrice di Shangri-la.
I propri amici, la propria famiglia vicino a lei, durante i primi attimi di vita, con gli occhi pieni di speranza.
E gli stessi amici, la stessa famiglia, riversa in pozze di sangue, morti per dare a Pricia la possibilità di combattere.
Il momento in cui seppellì le bestie sacre, sotto le fronde dell'albero del mondo.
Quando attivò Mariabella.
Quando ascoltò la sua storia.
Quando trafisse il cuore di Valentina
Quando venne posseduta.
I primi amori, le prime delusioni.
E poi nulla più.
Glorius si ritrovò tra le immense praterie, il suo fiato corto ed affannato malcelava lo stato di agitazione che stava passando.
Ma dentro di lei, ora albergava un nuovo essere, più forte.
L'espressione dietro la celata di metallo era inconfondibile.
Lo sguardo di una fiera, lo sguardo di un soldato.
Valentina sarebbe stata sconfitta, in un modo o nell'altro.
Le bestie di Attoractia avrebbero potuto affondare i loro canini dentro il collo della dittatrice.
Quando diventai adulta, mi fu fatto divieto di porre la mia spada al servizio del regno.
Mi fu detto di contribuire al benessere del mio regno cercando di sposare un potente signore.
Quando il regno entrò nel caos non esitai ad estrarre la mia spada, e a guidare il mio popolo.
Pricia fece lo stesso.
Per quanto dolore possa lei aver provato, ogni volta si è rialzata, ogni volta ha caricato a testa bassa, ogni volta non si è data per vinta.
E anche se dilaniata dal dolore, non si è mai tirata indietro.
E' stata una fortuna poter incontrare un'essere così.
Ora comprendo il mio destino e provo quello che serve.
Non per lottare.
Ma per vincere.
Fine
(Continua su FoW:Shangri-la)