La spada d'argento
Illustrazione di Mirco Gravina
Non tutto ciò che viene raccontato narra una vera Storia.
Alcune di queste "storie" nascondono verità che fanno male, verità taglienti come il filo di una lama.
A noi rimane giudicare se ciò che viene detto sia vero o falso, se crederci o meno, se dipingere i protagonisti come Eroi...
Ma e' possibile, quindi, che gli eroi di oggi siano solo la somma di queste, verità nascoste?
La Spada D'argento
“Pà?...Hey pà mi senti?...Nulla non c'è verso...proviamo così...”
Era li da circa cinque minuti cercando di attirare l'attenzione di suo padre, troppo impegnato a battere e forgiare con tutta le proprie forze in corpo.
Di certo il rumore del martello che colpiva più e più incessantemente non aiutava a farsi notare, ma il ragazzo era abbastanza sicuro che la colpa fosse più per la dedizione, o concentrazione che dir si voglia, maniacale, che il padre aveva per il proprio lavoro.
Fece cadere a terra una incudine, provocando un frastuono chiaramente udibile per tutta la officina, facendo saltare dallo spavento tutti i presenti.
“Ma sei impazzito?”
“Finalmente ti sei staccato da quella spada! Sono dieci minuti che stò cercando di chiamarti!”
“ah si?...no non me ne ero accorto”
Intuibile, pensò il ragazzo.
“Allora, la madre si stava chiedendo quando vorrai farti vivo per pranzare con noi”
Il padre osservò fuori dalla finestra, e si stupì che il sole era già così in alto.
“Tra poco...Ho praticamente finito!” e senza indugiare prese la spada, ancora calda e la mise a bagno dentro una tinozza di acqua, provocando un gran fumo
“Bene! Allora vedi di non attardarti e sali, avrei fame!”
“Aspetta...prima di andartene lanciami quel martello lì!”
Il ragazzo esegui la richiesta del padre, rassegnato forse a doverlo di li a breve cercare di staccarlo ancora una volta dal proprio lavoro.
Ed invece, con grande stupore il martello fu tagliato di netto in due parti, da un singolo colpo di spada.
“Hum...E' venuta piuttosto bene” esclamò il padre con falsa modestia.
“Ma...come...”
“Ragazzo, questa è quasi l'arma migliore che sia mai stata creata in tutto il territorio di Amonsulle!”
“Quasi? Hai tagliato in due un martello da fabbro in puro acciaio, come fa ad essere QUASI?”
L'elfo sorrise, si sedette su un giaciglio, invitando suo figlio a fare lo stesso
“Credo che tua madre dovrà attendere un po'...Sai, figlio, non ho più l'età per continuare a fare questo lavoro”
“Non dire cretinate...”
“Modera il linguaggio e stammi a sentire...Hai fatto un ottimo lavoro forgiando armature ed armi per le milizie, anche senza il mio aiuto...E nonostante voglia che sia tu oggi a prendere in mano il laboratorio, ho voluto come ultima mia creazione, forgiare questa spada”
La spada forgiata non era affatto bella, ne impreziosita da alcunché, anzi era quasi una normalissima spada
“Pà, sono sincero anche se ha un taglio quasi divino, perché la hai creata così...”
“Scialba?”
“Già”
Sorrise ancora una volta
“Questa spada è una esatta replica, sia come forma che quasi come materiali, di quella della leggendaria cacciatrice di vampiri”
“Christie? Ti riferisci a lei?”
“No..A sua...madre”
Gli occhi del ragazzo si illuminarono, finalmente dopo tanto tempo, avrebbe ascoltato dalla bocca di suo padre le antiche gesta della prima cacciatrice di vampiri, le avventure della millenaria guerriera, visti dagli occhi di chi aveva visto.
“Helsing”
“Già”
“Bene allora ascoltami: potrà essere molto diversa dalla storia che conosci, ma questa è quanto più vicino alla verità, stà a te crederci o meno”
Helsing, la prima cacciatrice fu un fulgido esempio di dedizione e speranza per il nostro popolo, vessato da immemore tempo sotto l'egemonia di esseri chiamati Antichi e dei loro lacchè, creature maligne di ogni tipo, tra cui i Vampiri.
C'è chi dice che lei giunse dal nulla, chi invece afferma che nacque da una goccia di rugiada nel centro della foresta.
Io so solo che, apparve come un fulmine, brandendo la sua spada e con essa riuscì a sbaragliare quanti più avversari avessi mai avuto l'ardire di immaginare.
Ma una persona può vincere una battaglia, non la guerra.
Così, una volta tornata ad Amonsulle, con il benestare dell'oracolo, istituì l'ordine dei cacciatori di vampiri.
Non fu cosa da poco, c'era una guerra in atto tra noi e loro ed in molti, da ambo i lati, persero la vita.
Helsing in quel periodo si avvicinò alla moglie di un suo sottoposto, il quale si era distinto per averla addirittura salvata in una imboscata.
I due avevano provato più o più volte ad avere un figlio, con scarso risultato a causa di una grave e rara malattia che la donna portava con se da tenera età.
Ma alla fine, i due riuscirono nell'intento e la donna, rimase incinta.
Fato volle però che di li a due mesi, l'uomo cadde in battaglia, lontano dal fronte di Helsing.
Il colpo scosse moltissimo la madre, così tanto che si temette per la salute del figlio che lei portava in grembo; Helsing si ritirò momentaneamente dai campi di battaglia per aiutare la donna.
“Un momento...io sapevo che Helsing si ritirò perché fu lei a rimanere incinta”
“Ti sbagli... fammi continuare”
“Ma allora chi era questa donna?”
“Il suo nome intendi?...Non credo tu l'abbia mai sentito ma te lo rivelerò: la donna si chiamava Carmilla”
Carmilla soffrì moltissimo per la perdita di suo marito, nonostante fosse rincuorata dal fatto di avere al suo fianco Helsing. Ma sapeva che prima o poi anche la sua amica l'avrebbe dovuta lasciare, non era giusto nei confronti di tutti gli altri Elfi.La sua situazione non mutò poi molto, anzi peggiorò di giorno in giorno, con gravi ripercussioni per la vita nel suo grembo. Nel corso dei suoi anni di matrimonio, aveva ascoltato suo marito narrare degli incredibili orrori compiuti dai vampiri, nonché di quello che erano in grado di fare. Carmilla avrebbe preso una decisione molto dura, ma l'unica che avrebbe permesso di salvare la propria gravidanza: avrebbe chiesto aiuto ad un Vampiro.
“Ma questa è una blasfemia!Helsing non lo avrebbe mai permesso”
“Al contrario...fu proprio lei a portarla dal vampiro...”
Carmilla infine riuscì a guarire, salvaguardando la vita dentro di lei e quando venne il momento di partorire, riuscì con successo a mettere al mondo una splendida bambina.
Helsing sapeva di dover compiere il proprio dovere e la stessa Carmilla era consapevole di dover pagare con la vita, poiché nessun vampiro potrà mai essere salvato da Helsing.Ma il fato volle agire differentemente e l'essere che trasformò Carmilla in vampira, ne prese il possesso e ingaggiò una furente battaglia contro la cacciatrice di vampiri. Ammorbidita dai sentimenti di amicizia, Helsing non fu in grado di ucciderla, anzi riportò parecchie profonde ferite, prima di battere in ritirata, portando con se la piccola bambina che accudì per i successivi quindici anni, prima di spirare nel silenzio della propria casa.
“Quindi...non morì in battaglia”
Nonostante questo, Helsing non ebbe mai il coraggio di rivelare l'identità della vera madre a Christie.
“Ma...allora Christie non è...”
“Esatto...Solo quando fu praticamente troppo tardi, Carmilla rivelò a sua figlia, Christie, chi in realtà fosse...Comprenderai il dolore che Christie porta in grembo. Di tanto in tanto la puoi osservare mentre è intenta ad ammirare un orologio da tasca, l'ultimo pezzetto di Carmilla che porta con se. Forse come memento di quello che il bene può fare di sbagliato, forse perché è un simbolo del sacrificio che la donna fece per metterla alla luce, o forse è un biglietto che un giorno dovrà pagare per aver ucciso colei che la ha messa al mondo, con questa spada...o meglio con la spada originale”
Il ragazzo aveva da tempo chiuso gli occhi.
“E' una storia triste...E noi...non abbiamo fatto...”
“Nulla. Il popolo elfico non conosce questa verità. Ma non devi credermi, dopotutto chi sono io se non un semplice fabbro? Questo è un segreto che pochi conoscono e che mi porterò nella tomba.Ma prima di andarmene ho voluto creare questa bella spada, come lascito a tutti noi...E ora, su andiamo a mangiare, ho fame anche io!”
La realtà e' che ho creato questa spada come mezzo. Anche se non sarà originale, anche se è semplicemente una mera copia e anche se non sarà mai utilizzata in battaglia, la ho forgiata perchè essa sia un simbolo. Ci siamo girati dall'altra parte, facendo sacrificare quanto di più prezioso avesse un figlio, ci siamo girati ignorando il grido di aiuto di una madre,chini ed indaffarati nelle nostre vite; menefreghisti arroganti. Arriverà il momento, forse, di saldare il nostro conto con la storia, sacrificando quanto di più caro. Ed in quei momenti, quando le gambe vacilleranno, quando le braccia tremeranno e quando il cuore sarà attanagliato da una catena di spine, vorrei che ogniuno di noi brandisse questa spada e che si sentisse come Christie, quando trovò la forza per trafiggere il cuore di sua madre, in quella solitaria e triste alba rossa, di quasi trent'anni fa.