Lealtà
Illustrazione di Mirco Gravina
Lealtà
Il pennello disegnava armoniose lettere con eleganza e leggerezza, la mano ferma e decisa sembrava quasi danzare in un rituale antico quanto il mondo stesso.
Nel silenzio e nella penombra, rischiarata unicamente dalla pallida luce lunare, la onorevole ombra era assorta nei suoi pensieri: quali sarebbero state le prossime mosse e quale sarebbe stato il suo fine ultimo.
Per quanto lo conoscesse, per quanto gli fosse vicino,ben più di tutti, ben più di Alisaris, non aveva mai afferrato il “fine” di tutto il suo operato.
Forse erano elucubrazioni senza fondamenta, ma non poteva affatto ignorarle, non un tipo come lui, così metodico.
Scriveva, scriveva varie e varie volte qualsiasi cosa gli stesse passando di mente.
Lo rilassava, gli era comodo per schiarire la mente.
Non si accorse che una figura, in totale silenzio, gli si avvicinò fin a mettere il mento sulla sua spalla
“Papiiiino...Papinoooo!...”
Shara, la sua ultima
Appariva come una ragazzina di dodici, tredici anni, sia nell'aspetto, così piccolo e grazioso, sia per la sua altezza, poco più di un metro e venti; i suoi occhi così profondi, sinistri, ed i suoi piccoli e poco pronunciati canini tradivano quell'aspetto di fanciulla che aveva racchiuso dentro un kimono color porpora.
Shara notò che dalla bocca dell'amato padre cadeva un rivolo di liquido.
“Papiiiinooooo!....Vedo che hai finito di mangiare...Hehehe, ma quante volte di ho detto di asciugarti la bocca dopo aver mangiato?”
La figlia cinse il collo del padre con il suo braccio e cercò di avvicinare alla bocca del padre un fazzoletto di pizzo per asciugarlo, Il padre in risposta afferrò il braccio della figlia senza staccare il pennello dal foglio e si avvicinò lui stesso al fazzoletto, asciugandosi e al tempo stesso tingendolo di un forte rosso sangue...
“Grazie figlia mia”
“Di nulla Papiiino!....Ascolta...”Disse porgendogli il collo ancor più vicino alla sua bocca “ Perchè non prendi anche un dessert??? Su...”
Pian piano il braccio scese dal collo del padre fino al petto, massaggiandolo, esplorandolo.
Mikage sospirò e poggiò il pennello nella sua custodia e afferrò il volto della figlia girandolo verso di se.
I due incrociarono i loro sguardi, in silenzio
“Shara...Non hai null'altro da fare che disturbare il tuo amatissimo padre mentre stà lavorando?”
la sua mano si strinse sempre di più, stringendo con sempre più forza il viso.
Shara aveva intuito di aver indispettito il padre, lo aveva capito benissimo: davanti a lei gli occhi della onorevole ombra erano come ghiaccio
“Ma padre...Conoscete la grandezza del mio amore verso di voi?....”
Mikage la lasciò andare e lei si staccò dopo pochi istanti, mantenendo una distanza reverenziale.
“Shara...Figlia mia...Perchè non ti eserciti nell'arte del Kado?”
“Va bene Papinooo!Mi assicurerò di creare un bellissimo vaso di fiori adatto proprio a te heheh?!”
“Prima di andare, fammi il favore, toglimi dalla vista gli avanzi” disse mentre, dopo aver messo in ordine il proprio vestito, prese ancora una volta il pennello.
“Con piacere Papinooo!...”
Shara prese per il collo gli avanzi, un corpo oramai senza vita di una giovane donna, probabilmente contadina a giudicare dagli abiti non propriamente pulitissimi, salutò il padre con un riverente inchino e oltrepassò la porta chiudendola dietro di se.
Mikage scosse la testa, mentre continuò a far danzare il pennello sul foglio.
“Oggi sembra che le mie figlie non vogliano proprio concedermi un attimo di tregua”
Dalla più totale ombra alle sue spalle, apparve Rinka, la sua seconda figlia
“Padre, sappiamo entrambi che nessuna di noi ha intenzione di indispettirla...Vogliamo solo bearci della sua presenza”
“Humf...Cosa c'è?”
“Stò per muovermi...Ho pensato che sarebbe il caso di eseguire un minimo di presentazioni, non crede?”
“Hum...si...potrebbe darsi...Potrebbe essere il momento giusto per palesarci...Avrai certamente notato però la presenza di Altea”
“Si...appena...”
Mikage si alzò muovendosi verso una finestra
“Non sappiamo affatto se siano nostri alleati, nostri nemici o semplicemente terzi incomodi...Dobbiamo preparare il terreno per il suo arrivo...
Rinka si avvicinò al padre, la sua voce, da decisa e scandita mutò radicalmente per una più incerta e stentata
“Padre....pensate che...che egli arriverà preso?”
“Si...I tempi sono maturi”
“V..Vi prego...descrivetemelo ancora...”
Il viso di Rinka era avviluppato da un rossore di desiderio carnale.
“Falla finita” rispose Mikage perentoriamente “Preferirei che tu non lo incontrassi mai...”
“Padre, pensi che non possa essere una devota sposa?”
“Non ho detto questo. Ma ben poche persone lo conoscono più di me e nonostante tutto...Non sono affatto sicuro di comprenderlo appieno...E' pericoloso è letale ed e' in parte senza morale...”
“E noi cosa siamo?”
Il padre la osservò in viso, sorridendo
“Può darsi che siamo fatti della stessa pasta...Ma a mia memoria non ho fatto mai esplodere un pianeta per puro divertimento”
“Però hai....”
“Figlia mia, sai abbastanza di Lapis, ora cosa altro vuoi?”
“Null'altro padre...Mi metterò in cammino per fare le presentazioni con questo bel mondo”
“Ah...E quale teatro avresti scelto?”
“La città segreta di Amonsulle”
“La città degli elfi?”
“Ebbene, si padre”
“Hum...Fai attenzione....”
“So della presenza della cacciatrice...Altrimenti a chi mi presenterei? E' così una graziosa donna...Ho avuto la possibilità di osservarla...Così bella così ancora giovane...”
Ancora quello sguardo
“Non è quello a mettermi pensiero...”
“E cosa?”
“Non saprei”
La figlia lo osservò con aria interrogativa: possibile che il padre per la prima volta in tutti questi secoli stava dubitando di se stesso? E di lei per giunta?
“Padre...Non finiremo come quegli altri... Alucard era solo un decadente narcisista assetato di potere...noi siamo nobili, noi agiamo per il bene”
Per il bene...pensò a molto a queste parole anche quando la figlia, così come la precedente, si congedò dalla vista del padre con un leggero inchino di riverenza.
Tante variabili...
L'esercito degli elfi
L'impero della luce di speranza
Il potere dei saggi
Gli Cthulhu
E Lapis.
Chissà tutte queste storie, pensava mentre si allontanava dalla stanza, come si incastreranno tra di loro e come plasmeranno il futuro.
Mikage lasciò dietro di se la stanza, piena di fogli con sopra la medesima lettera.
Lealtà.
Fine