Cronistoria di un racconto mai finito
Illustrazione di Mirco Gravina
Cronistoria di un racconto mai finito
Una storia o racconto, che dir si voglia, inizia sempre con una certa frase.
La si può cambiare, la si può abbellire, ma in fin dei conti abbiamo mai pensato che non sia così importante questo inizio?
Ha veramente senso scrivere di un inizio, quando sotto i nostri occhi non c'è altro che un circolo continuo, senza fine, d' odio d'amore di lotte e guerre?
Ebbene, per i nostalgici allora, faremo finta di iniziare da un certo punto, da quel punto in cui tre ragazze, approdarono su un certo mondo, il mondo dei narratori di fiabe, dopo una rocambolesca fuga da un altro mondo, oramai privo di futuro e destinato a scomparire dalla faccia dell'universo.
Ma questo lo sapete già, dico bene? Sapete benissimo di come Charlotte, Kaguya e Alice fuggirono da Attoractia e di come trovarono sopra le loro teste una gigantesca città fluttuante di nome Altea, città pronta a dar battaglia per conquistare quel mondo che le aspettava di diritto.
Ed ovviamente sapete anche del Mikage, un essere misterioso quanto antico, a fare come terzo incomodo e preparare il terreno per l'arrivo del suo più fedele compagno, o forse padrone, Lapis.
Bhè sarebbe quindi sciocco ricordarvi chi sia Millium, il principe del palazzo di luce frutto dell'amore tra Grimm e Pandora, e del suo viaggio in compagnia di Nyarla e Charlotte, con lo scopo di liberare dalla prigionia Lumia, sorella del Re.
Ed è anche dominio di tutti del grande potere donato al Principe, una pietra magica molto particolare, che in molti sembrano bramare.
Ma tutto questo è storia “vecchia”.
Come vecchia è la storia di quel Misterioso crociato che riuscì a sconfiggere una Valentina rinchiusa dentro il corpo di Pricia.
A pensarci bene, però sembra un po' una barzelletta, perchè quel crociato in verità non era altro che Pricia, dentro il corpo di Faria. Abbastanza confusionario, non credete?
E dell'alleanza tra Lumia e Nyarla?Inutile parlarne perchè dopo la sconfitta dei due generali Alteani, Marte e Mercurio, è proprio il loro insegnante, Sol, a scendere in campo contro le due fanciulle.
Dei saggi che tornano, dopo essere letteralmente scomparsi, tra tutti i 5 dispersi forse Grusbalesta è quello più sveglio, perchè capisce il grande pericolo della pietra magica donata a Millium.
Un peccato per lo studioso non essersi applicato di più, disturbato così dall'arrivo di Lilias.
Ecco, sono sincerissimo, non ho mai capito se quel tale, fosse un amico o no.
Strane persone questi sovrani che non si sporcano le mani in duello...
E poi...bhè poi c'è la storia recente.
La storia di come ci volle la perdita di Fiethsing per far rifiorire Kaguya come principessa stellare abbracciando il potere che aveva deciso di non usare mai più.
La storia di come Pricia, preso possesso del suo legittimo corpo, guidò lo spirito della natura di quel mondo.
La storia di come Millium alleatosi con i draghi del mondo, divisi dopo la caduta del Bahamuth, prese possesso di un potere antico quanto Altea stessa.
Ed infine la storia di come Gill, giunto sul mondo, per compiere il suo destino.
Bhè, di storie ce ne sarebbero tante da raccontare, da riempirne un libro.
Ma in questo tripudio di lotte e sofferenze, dove possiamo scorgere speranza e amore, riusciamo a veder la fine? Che quello di cui noi oggi scriviamo, sia solo un tassello di una infinita spirale di amore ed odio verso il basso, che scava a e scava fin a quel nocciolo puro di oscurità?
Quanto ancora questi eroi potranno resistere, quanto ancora questi antagonisti potranno imperversare?
E se, questa contrapposizione tra bene e male, questo ciclo, un giorno finisse?
E se invece, fosse già sfumata da ora? Se queste lotte non avessero più nulla di bene o di male, se fossero mosse unicamente da un sentimento di sopravvivenza dei partecipanti?
Allora, a quel punto, la storia non avrebbe un finale.
Proprio come la guerra, senza vinti ne vincitori, il finale sarebbe solamente una annotazione a bordo pagina.
E forse tra i Venti di questo Nuovo Mondo, si potrebbe udire che “i veri nemici di noi stessi, non siam stati altro che noi stessi”.