La ragazza del Mare
Illustrazione di Mirco Gravina
La ragazza del mare
Alice era rannicchiata sotto un grande isolato albero davanti ad una sconfinata spiaggia.
Pioveva incessantemente da diverse ore.
La ragazza era li, immobile, rannicchiata su se stessa, con la testa tra le gambe, lo sguardo vuoto perso ad osservare la sabbia bagnata sotto i propri piedi.
Cosa stava facendo?
Ogni giorno, ogni singolo giorno da QUEL giorno aveva rivisto quel momento.
L'esplosione del suo mondo.
La fuga dalla sua terra natale.
Il sorriso cupo di quell'essere.
E cosa aveva ottenuto, Alice, con questa sua infinita lotta? Con questi suoi sacrifici?
Aveva forse fermato Blazer, la prima volta?
Per tentare di fermare l'apostolo, aveva dato vita ad una creatura più spaventosa.
Una se stessa senza controllo.
La sua parte “malvagia”.
La sua parte nascosta.
E allora, ancora battaglie, ancora guerre.
Non importa quale potere ottenesse: Valkyria, Fate, L'albero stesso del mondo.
Ogni volta si era rivelato insufficiente, inadatto.
Ed ad ogni nuovo potere, anche la sua parte oscura cresceva, diventando sempre più potente, sempre più vera.
Un giorno l'averebbe fagocitata.
E forse quel giorno, sarebbe presto arrivato.
Vi era un sentimento di angoscia e di odio dentro Alice.
Il paradosso è che proveniva da quella parte “buona”.
Non c'è voglia di fermare la distruzione di Lapis.
Non c'è mai stata.
Altrimenti non sarebbe mai nata la sua parte “malvagia".
Stessi poteri, stesso mondo, eppure ogni volta quell'essere così simile a lei, le sfugge tra le dita.
Quanto vorrebbe stringerle in una morsa, chiuderle attorno a quel fanciullesco collo, così stretto così forte da spezzar anche le proprie ossa, spremendo fuori l'ultimo respiro, macchiato da migliaia di esseri distrutti assieme a tutti i mondi resi null'altro che
“E' arrivato...Su alzati. E' la nostra occasione per concludere questa lotta una volta per tutte... Attaccheremo quando cercherà di rubare l'ultimo monile di Yggdrassil dalle mani della memoria di Faria. E se anche dovesse riuscirci, conficcherai quella falce dentro il suo cranio"
Alice alzò lo sguardo e vide davanti a lei il suo doppio.
Vestita di abiti sgargianti, sembrava una signorina, piccola e fragile.
La alice che aveva davanti a se aveva viaggiato infiniti mondi, aveva ingaggiato battaglie infinite volte, aveva perso infiniti amici ed infiniti amori.
No, forse non è questo il punto.
E' trovarsi davanti a quello che vorresti essere, a quello che DOVRESTI essere.
Mentre in cuor tuo sai di esser diverso.
Una persona diversa, governata da un sentimento forte come un fiume in piena, che non puoi fermare, unicamente cavalcare.
Un giorno questo fiume si congiungerà in un grande oceano e le correnti si mescoleranno al grande mare, distruggendosi, annullandosi.
Un giorno, entrambe le due Alici scompariranno nel nulla, assolvendo il loro compito.
Ed è forse questo, ciò che stanno facendo entrambe.
Correndo incontro al grande oceano, correndo sempre di più.
Fine