Force of Will Tales: Il grido di vendetta
Illustrazione di Mirco Gravina
Sentiva tutto come se fosse distante, ovattato.
Piegata sulle proprie ginocchia teneva stretta la grave ferita al petto.
Pochi centimetri più sotto e quell'errore le sarebbe stato fatale.
Osservava lo scempio, la distruzione in silenzio, abbracciata dalla foresta.
Lo scempio di centinaia di soldati, apparsi come dal nulla, riversare la propria ira contro la natura, abbattendo, incendiando e deturpando la magnifica foresta.
Al centro, la sua magnifica e regale presenza: Biondi capelli le cadevano fin alle ginocchia, un corpo splendido racchiuso in un pomposo abito bianco e un viso incantevole, freddo come il ghiaccio.
La osservava, osservava il suo dolore, il dolore di quella piccola selvaggia ragazza dai folti capelli blu misti a sangue, osservava il suo viso sfigurato da una smorfia di dolore coperto di sudore.
Osservava il lento ed inesorabile scorrere del sangue dalla ferita.
Osservava accanto a lei le quattro Fiere mistiche, immolate per far si che la piccola selvaggia potesse fuggire; un lusso che altri non riuscirono a permettersi.
Arrivata a pochi metri si fermò, tastò l'aria e sorrise maliziosamente.
-Questo è quello che ci divide...un sottilissimo muro, una barriera di luce...I tuoi animaletti hanno fatto veramente un buon lavoro...-
Lasciò cadere a terra il suo scettro, poggiando la mano con un rosso guanto d'arme su quel muro invisibile graffiandolo con le proprie unghie.
-Te avevi delle...Potenzialità...Piccole...Nascoste...Mi rendo solo ora che erano illusioni, menzogne che raccontavo a me stessa...Piccina...Così piccola e graziosa, con quel visino così morbido-
disse con voce melliflua, prima di sospirare e continuare la frase con un tono deluso e rassegnato
-Eppure dinanzi alla sua bellezza te vali poca cosa...Nessuno vale così tanto..E io l'ho stretta tra le mie braccia, la ho tra le mie mani...-
Attese abbassando la testa, si strappò di dosso quel pomposo candido vestito, scoprendo una femminile cotta d'arme purpurea.
-E non la perderò...Unificherò il mondo, lo salverò, nascerà da esso un nuovo futuro di bellezza e armonia...Non è finita per te...per la tua gente...Potete scegliere se essere tra coloro che si prostreranno dinanzi alla magnificenza di Valentina, la MIA magnificenza oppure essere stolti e presuntuosi sulle quali ossa io porrò il nuovo mondo. Fai la tua scelta piccola Pricia...Ogni istante diventi sempre più sola-
Un ringhio di gatto interruppe la discussione.
Valentina si staccò dal vetro, non prima di lanciare verso Pricia un sorriso oscuro e malizioso sorriso, facendo scivolare ancora una volta le unghie sul vetro.
-Andiamocene abbiamo compagnia...-
Si avvicinò ad una figura di fanciulla, avvolta da una pesante cappa nera, poggiata su una falce oscura: le sfiorò il mento con una mano e lo alzò in modo tale da potersi vedere nei suoi occhi
-Alice...Pensaci tu, i suoi lacchè stanno arrivando...Dimostrami di non essere una copia, ma il vero IO che stò cercado- e si allontanò, non prima di aver sfiorato le labbra della piccola oscura ragazza con le proprie.
Scomparve all'orizzonte portandosi dietro le proprie truppe in direzione di Shangri-la, e solo dopo essere sparita all'orizzonte a tarda notte si lasciò andare, ululando alla luna un grido di vendetta nei confronti di Valentina, la tiranna del mondo.
In quell'istante Pricia pianse e si chiese quando la sua ira si sarebbe abbattuta su Valentina, quando la morte del suo regno sarebbe stata vendicata, ignorando il triste cammino, pieno di amarezza e di sofferenza che di li a breve avrebbe intrapreso, un cammino che l'avrebbe fatta rivolgere contro gli alleati a lei più cari.