Parliamo di... Perchè diventare Judge?
Salve a tutti. Finalmente ci rivediamo!
Ecco a tutti voi la rubrica che con ansia stavate aspettando…
Veramente molto, molto credibile stamattina
Si si stamattina sono ON FIRE!
Va beh, come al solito ti ignoro e proseguo
In questo nuovo articolo della rubrica “Parliamo di…” oggi parleremo di qualcosa che ci incuriosisce o forse su cui non abbiamo mai riflettuto, ovvero:
“Perché decidere di diventare un judge?”
Personalmente qualche volta è capitato di pensarci di diventare un judge di Force of Will Italia (Girl Power!), ma non ho mai trovato la motivazione giusta. Credo che tutti noi abbiamo visto l’impagabile lavoro dei judge ai tanti Master Qualifier, e non solo! Sono sicuramente loro che ci garantiscono un perfetto funzionamento degli eventi e che ci aiutano ogni giorno nella comprensione dei tantissimi effetti che si celano dietro ogni singola carta di Force of Will.
E che soprattutto ti aiutano quando vai 32 minuti in Extra time ad un Gran Prix…
Per piacere, non ne parliamo Tesoro!
Per rispondere a questa domanda abbiamo deciso quest’oggi di far intervenire due massimi esperti dell’argomento e che soprattutto tempo fa hanno deciso veramente di diventare dei judge di questo bellissimo TCG.
Il primo che ci spiegherà e racconterà la sua storia, è il carissimo Christian Ted Cesaro!
(Un applauso)
Buongiorno Christian! Vuoi presentarti un po’ ai nostri ospiti
Ciao Beatrice e grazie per questa intervista. Partendo dal principio, io sono Christian Cesaro e vengo da un’allegra cittadina chiamata Trento, si, è in Italia e no, non parliamo tedesco.
Hahahahaha ma no dai i nostri gentili lettori non lo avrebbero assolutamente pensato…forse.
Comunque tornando a noi! Come ti sei avvicinato a Force of Will?
Ho giocato per moltissimi anni a Magic The Gathering, oltre a molti altri giochi, era un periodo che avevo smesso di giocare con le figurine, principalmente a causa del lavoro. Un giorno ero in giro con Claudio Zurlo, attuale arbitro di Fow, e insieme decidiamo di andare a trovare degli amici presso il negozio della mia città, il Magman. Quando siamo entrati, abbiamo visto il buon negoziante Antonio, lanciare degli Starter Deck al “Magnifico” Giulio De Cicco e il “Deck Builder” Mattia Ferrari, di un nuovo TCG. Incuriositi, prendiamo pure noi dei mazzi e iniziamo a giocare. Ovviamente sto parlando dei primissimi starter di Valhalla, il gioco era appena uscito ed era il primo materiale reperibile in negozio. Che dire, amore a prima vista, una meccanica nuova e fresca con spunti molto interessanti! Presi dal divertimento, iniziamo a giocare in un bel gruppetto e, con l’uscita del Blocco Grimm, è stata la fine!
E ormai da quanti anni giochi?
Come dicevo prima, gioco dall’uscita di Force of Will in Italia. Il gioco mi ha preso subito e abbiamo passato sere su sere a montare e provare liste di ogni genere. Il mio primo amore? Grimm, tutt’ora ne sono innamorato, a mio parere è il Sovrano più bello mai fatto. La meccanica delle Fiabe era davvero stimolante e ti offriva un sacco di varianti.
Bei vecchi tempi…
Francy, ti ricordo ancora una volta, che noi non giocavamo nemmeno ai tempi di Grimm
Bea, ti sei dimenticata le serate intere passate a giocare contro un Puss in Boots?
Come dimenticarle, credo di non aver perso mai così tante volte di fila in vita mia…
Continuiamo con le domande. Allora Christian, cosa ti ha portato a decidere di voler diventare un judge?
Iniziamo con le storie tristi… in realtà la spinta mi è arrivata da giocatore a seguito del primo Grand Prix italiano, svoltosi a Venezia con un numero di giocatori incredibile. Durante la giornata, io e altri amici abbiamo avuto più volte da ridire su ruling e fix da parte di arbitri durante le partite. Fortunatamente io avevo studiato un po’ e conoscevo i ruling riguardanti il mio mazzo, grazie al buon Michele Mancosu che già ai tempi performava alla grande! Premetto che allora non esisteva il programma arbitrale e che tutto lo staff dell’evento era composto da ottimi ragazzi volontari che hanno aiutato nell’arbitraggio al meglio delle loro possibilità, ma dopo aver perso il game decisivo contro un avversario che stava palesemente stallando la partita, ero uscito dal torneo davvero furioso e arrabbiato. Passata la rabbia, la settimana successiva ho capito che avrei potuto contribuire alla crescita del gioco diventando arbitro, in modo tale da poter dare una mano nel supporto alla community, ma soprattutto, nella gestione dei grandi eventi. Da quel momento ho chiesto a Lorenzo Gigli di poter sostenere l’esame e di tenermi in conto come volontario per ogni evento a cui avrei potuto partecipare. Nel frattempo ho iniziato a collaborare pure con lo staff di Force of Will Italia e a mano a mano, i rapporti tra me e il gioco si facevano sempre più stretti. Alla fine, successivamente a un’ottima gavetta, ho passato il test e sono diventato un arbitro di Force of Will!
Wow! Veramente una storia seria che personalmente ammiro molto. Potevi semplicemente lamentarti e andare avanti, invece ti sei rimboccato le maniche e hai contribuito a migliorare i problemi che avevi riscontrato nel gioco.
E che tipo di lavoro è? È mai stato faticoso?
Arbitrare è un altro modo di vivere il gioco. Come amo dire, devi divertirti quando arbitri oppure non fa per te. Ovviamente non è solo divertimento, ma si tratta di un’vera e propria figura professionale che consente TO e giocatori di svolgere il torneo nella maniera più regolare possibile. Faticoso? Quasi sempre, i ritmi sono frenetici, stai sempre in piedi, non hai molto tempo per riposarti e ogni tanto, devi affrontare situazioni spiacevoli.
Come ad esempio 32 minuti di Extra Time?
Mi sono perso questo “piacevole” evento
Credimi Christian, non ti sei perso proprio niente, era solo frustrante aspettare che 5 judge capissero il problema…
Quali sono, invece, gli impegni di un judge?
Gli impegni sono tanti e cambiano in base al tipo di evento e al ruolo che si ha all’interno di esso. In molti pensano che l’arbitro sia lì per dare ruling, ma è solo una piccola parte di ciò che un judge svolge all’interno del torneo. Dovete immaginare il torneo come se fosse una grande azienda. All’interno c’è che si occupa di amministrazione, di manovalanza, di gestione del personale, della sicurezza, della pulizia, della logistica e molto altro ancora. Ogni evento è un’azienda che nasce, cresce e chiude, tirando un bilancio generale che potrà essere positivo o negativo. Il positivo e negativo, viene definito dall’operato degli arbitri e di tutti i membri dello staff che si occupano di questo evento.
Hai arbitrato eventi importanti?
Assolutamente sì. A partire dall’Italia, dove sono stato anche Judge Manager fino a un anno fa, ho arbitrato in quasi tutti gli eventi competitivi di questi anni, sia come Floor Judge, che come Team Leader e molte volte come Head Judge. Ho arbitrato anche all’estero in Europa come Head Judge di Grand Prix e sono stato convocato due volte al World Grand Prix di Tokyo come Team Leader.
Mi reputo un arbitro molto bravo e mi sono impegnato molto per raggiungere i miei risultati. Fare l’Head Judge è un ruolo che mi piace parecchio e riesco a fare un buon lavoro grazie allo staff che ho intorno. Il successo di questo ruolo dipende dal lavoro di squadra che si fa con arbitri e staff dell’evento, nessuno è più importante di altri, cambia solo il proprio compito. Da Head Judge ti tocca affrontare situazioni mediamente più rognose ed è importante essere sicuri e preparati, perché ogni tua decisione potrà rovinare l’esperienza di gioco a un giocatore se non sarà corretta.
Christian veramente ti ringraziamo tanto per aver partecipato a questa intervista, ma prima di lasciarti andare ci devi rispondere ad un’ultima, particolare domanda.
Ci racconti un episodio divertente che ti è capitato durante una qualsiasi tua discussione da judge con un giocatore? Senza citare fatti e colpevoli!
Un episodio? Potrei scrivere un libro con i fenomeni che trovi in giro! Di base ho una lista di giocatori che mi fanno sempre sorridere durante ogni torneo o che mi fanno vivere situazioni incredibili. Sicuramente, una nota di merito va al buon Manuel Alvisi e la sua “dolce” metà, che tra evento e post, mi danno sempre occasione di morire dal ridere.
Tornando a un episodio, ce ne è uno in particolare che mi torna sempre alla mente. Eravamo a un GP di Bologna, durante un turno di svizzera vedo sventolare una mano freneticamente su un tavolo, mi avvicino e un giocatore, con sguardo angosciato (e io da stolto pensavo che si trovasse in difficoltà con l’avversario) mi guarda e dice “Judge! cacca! Devo andare!”. Dopo aver risposto al giocatore, che prontamente si è messo a correre verso il bagno, sono letteralmente morto dal ridere. Ho amici nella mia città che ogni tanto, mentre giochiamo o sto arbitrando eventi, si girano e ripetono la scena per prendermi in giro. Ogni volta che ci penso, anche ora, mi viene da ridere!
Ringraziamo ancora Christian Cesaro per questa importante esperienza che ha voluto raccontarci! Ma le sorprese non sono finite qui. Sicuramente lo conoscete tutti per la sua immancabile presenza in ogni domanda chiesta sul gruppo di Force of Will Italia, sempre disponibile ad un chiarimento sia personalmente che attraverso i suoi bellissimi articoli: Michele Mancosu!
(Un applauso)
Buongiorno anche a te Michele! Vuoi presentarti anche tu ai nostri lettori che però sicuramente già per la fama che ti precede ti conosceranno
Hahaha ma certo! Sono Mancosu Michele, vengo da Bolzano ed ho 39 anni: sono uno a cui piace semplicemente giocare a qualunque cosa.
Come ti sei avvicinato a Force of Will?
Ho conosciuto Force of Will grazie a Giorgio con il quale avevo collaborato come dimostratore e arbitro di World of Warcraft
Da quanto tempo giochi oramai?
Gioco praticamente da quando è uscita Valhalla e mi ricordo tutti i cambiamenti del regolamento del gioco
E come mai hai deciso proprio di diventare un judge?
Sono diventato judge perché mi piace risolve le interazioni complicate tra le carte: oltretutto sono uno a cui piace parlare, socializzare e confrontarsi con le persone e un aspetto importante dell'arbitro è il confronto sia con i giocatori che con gli altri arbitri
O anche rispondere alle 2 di notte a due pover giocatori del Sud Italia di cui non farò il nome…
È un lavoro faticoso quello del judge?
È un lavoro continuo sotto un duplice aspetto: sia perché ci sono ogni giorno nuovi giocatori a cui insegnare le sfaccettature del gioco, sia perché un arbitro deve seguire l'evolversi del gioco stesso. La fatica è relativa: dipende da persona a persona come vive appunto il lavoro.
Quali sono invece gli impegni di un judge?
L'impegno di un arbitro è quello di porsi come punto di riferimento per la comunità: i giocatori, sia vecchi che nuovi, ti vedono come una persona di fiducia a cui chiedere aiuto.
Hai arbitrato anche qualche evento importante?
Ho arbitrato la maggior parte degli eventi nazionali in Italia e nel 2017 sono stato chiamato ad arbitrare anche diversi tornei dell'area tedesca.
Ti ringraziamo Michele anche per la tua preziosa esperienza, conoscerti al di là dei commenti su Facebook dove ti troviamo sempre è stato un vero piacere! Ma adesso anche tu ci devi svelare un piccolo evento divertente che ti è capitato in questi anni di gioco!
Episodi divertenti capitano ad ogni torneo ma credo che il migliore sia stato quando un giocatore mi ha chiamato perché un altro giocatore gli aveva mostrato la carta in cima al suo mazzo: il problema era che il colpevole era il giocatore del tavolo adiacente. Era la prima volta che ci imbattevamo in un caso del genere.
Okey… ha vinto lui tutto!
Ringraziamo tutti voi lettori che avete letto l’articolo. Speriamo di avervi strappato un sorriso perché questo è il nostro obiettivo.
Al prossimo articolo!
Un saluto da Francy e Bea <3