Pick the Right Deck
Ciao a tutti amici di Force of Will, sono Isaac dei Kitsune Gaming e ho deciso oggi di cimentarmi in una nuova rubrica che cercherà di analizzare al di là dalle liste, dei metagame etc. degli elementi importanti in un gioco come Force of Will ma che molto spesso sono ignorati o semplicemente dati per scontato.
Oggi partiremo dal tema fondamentale di ogni torneo: la scelta del mazzo.
La scelta del mazzo è fondamentale, sopra ogni altra scelta. Giocare un mazzo debole, anche se giocato alla perfezione, porterà alla sconfitta anche contro un avversario con un mazzo forte e un livello mediocre. Se volete puntare a vincere un torneo bisogna giocare il mazzo più forte.
È un assunto abbastanza semplice, scontato, banale… ma allora perché non tutti giocano il mazzo più forte? Che cosa spinge le persone a giocare un mazzo più scarso rispetto a un eventuale mazzo tier zero?
Primo fattore chiave è che non tutti concordano su quale sia il mazzo più forte. Quante volte, anche in metagame completamente dominati da un mazzo “X” avete sentito nel vostro negozio “eh ma da quel mazzo io non ho mai perso, secondo me non è così forte”. Soprattutto in ambienti poco competitivi o nel caso il formato sia nuovo/ancora inesplorato i mazzi sono ancora sconosciuti o non sono giocati al massimo delle loro possibilità e molto spesso c’è una discrepanza tra mazzo concepito come più forte e mazzo realmente più forte. Per farvi capire nello scorso meta New Frontiers, Scheherazade era senza dubbio il mazzo più forte, ma anche Gill e Strega erano ottime scelte. Quindi come mai se il mio assunto è corretto la gente giocava altri mazzi come ad esempio Taegrus, Kirik o Shaela?
Mancanza di Testing: Determinare quale sia il mazzo più forte non è semplice, è richiesto un quantitativo di tempo maggiore rispetto a quello che un casual player può o vuole dedicare al gioco. Soprattutto in meta nuovi o poco sviluppati il mazzo più forte potrebbe non essere ancora stato scoperto e si tende a prediligere altri mazzi che per struttura o semplicità è più semplice individuare come forti. Pensate al mondiale di quest’anno: Con l’avanzare della stagione Hanzo macchine verde/blu è risultato il più consistente in termini di risultato. Tuttavia al mondiale solamente tre/quattro giocatori lo hanno portato, mentre la sala era piena zeppa di Hanzo macchine mono blu, perché era un mazzo più semplice da montare, più efficace e con il poco tempo a disposizione per preparare il mondiale è la scelta che la maggior parte delle persone hanno preferito.
Mancanza di Abilità: Non tutti i giocatori sono forti allo stesso modo, ci sono giocatori molto forti e giocatori molto scarsi. Capita non di rado che un giocatore non si accorga della forza di un mazzo perché difficilmente arriverà a intuire perché quel determinato mazzo/sinergia sono forti. All’aumentare del livello di abilità si avrà una tendenza a individuare più facilmente i mazzi più forti e a scartare più rapidamente le idee mediocri.
Non tutti puntano a vincere: Molte persone vanno ai tornei solo per divertirsi. Quando vincere è secondario, la scelta del mazzo si basa sulle preferenze personali. Non c’è niente di sbagliato in questo: Force of Will è un gioco, e ci giochiamo per divertirci. Molto spesso ci troveremo di fronte a scelte che razionalmente definiamo sbagliate e sono dettate dal cuore invece che dalla testa.
Il sentimento: Al cuor non si comanda, capita anche ai migliori di scegliere una carta X sopra una carta Y attraverso motivazioni che suonano insensate o difficilmente giustificabili. Se fossimo dei Robot o volessimo giocare senza scelte irrazionali giocheremmo a scacchi invece che ad un gioco di carte e come tale ne prendiamo pregi e difetti.
Giocare antimeta
Scegliere di giocare un mazzo fuori dagli schemi per tentare di azzeccare una meta call è una scelta che non ho mai condiviso particolarmente. Molte volte le persone tentano di giustificarsi quando portano mazzi antimeta ad un GP, proponendo tesi avanguardistiche per contrastare i tier del momento. La verità è che quando si affronta un torneo da 8/9 turni portare un mazzo antimeta è sbagliato per diversi motivi: se un mazzo è meta e uno non lo è ci sarà un motivo. Escludendo meta nuovi, a distanza di due/tre mesi dall’uscita di una nuova espansione il meta è ben delineato e i mazzi da battere sono ormai consolidati. Cercare un mazzo che riesca a batterli includendo carte sub ottimali fa subentrare il fattore di rischio della varianza, perché a un GP, anche per i motivi che ho elencato precedentemente, non tutti porteranno il mazzo migliore e quindi il nostro mazzo antimeta potrebbe non essere sufficientemente preparato ad affrontare mazzi casuali. Vincere sempre non è possibile e anche solo una sconfitta pilotando un mazzo antimeta potrebbe rovinare completamente il nostro torneo.
Pensate ad esempio al meta del GP Wanderer italiano del 2017: il meta era triangolare, diviso tra Lilias Petal, Pricia e Anti-Lilias Petal (più o meno). Tutti i mazzi antivolpe dovevano sperare ogni turno di trovarsi di fronte Lilias poiché da Pricia avevano poche speranze di vittoria. Invece i giocatori di Lilias non solo avevano un buon match up contro Pricia, ma potevano anche giocarsela contro i deck a base nera, pur essendo questi ultimi costruiti per batterli.
Il problema è che in un metagame aperto, anche se guadagni delle possibilità contro un determinato archetipo, ne vai inevitabilmente a perdere altri contro altri match up (se non vai a perdere possibilità contro altri match up, congratulazioni: hai appena trovato il nuovo mazzo da battere).
Il problema del mirror
Molti giocatori ritengono erroneamente che giocare il mazzo più forte renda il torneo più simile ad un lancio della moneta che ad un gioco di carte e che tirando le somme portare un mazzo antimeta ha più vantaggi rispetto a portare un mazzo tier 0, ma non è così. Prima di tutto il grande vantaggio di giocare il mazzo più forte è che stai giocando il mazzo più forte. Di base il tuo torneo sarà subito in discesa proprio perché ogni mazzo che troverai di fronte che non sia mirror sarà in una posizione di svantaggio rispetto alla tua, poiché non sta giocando il mazzo più forte. E per quanto riguarda in mirror, salvo rari casi, sono tutte partite che sono vinte dall’esperienza e non da un lancio della moneta. Il numero di giocatori che giocano il mazzo più forte, ma hanno esperienza con essi, è basso. Essersi impratichiti col mazzo vi farà ottenere un vantaggio su di loro.
Questione di corde
Scegliere un mazzo in base ai propri gusti non è corretto. Salvo che esistano più tier 1, la scelta del mazzo deve sempre finire su un determinato tipo piuttosto che un altro. Scartare il mazzo più forte siccome “non è nelle vostre corde” è un errore concettuale che fanno in moltissimi. Esistono carte e mazzi più forti di altri. Il mazzo più forte è generalmente quello che in maniera più lineare e semplice possibile ti porta alla vittoria. Ad esempio è sempre meglio giocare un aggro fortissimo piuttosto che giocare un control scarso. O viceversa un control che limitandosi a fare rimozione scarto rimozione scarto risonatore enorme vince ogni game è una scelta decisamente migliore rispetto a un aggro che deve fare i salti mortali per concludere la partita nel più breve tempo possibile. Molte volte conviene lasciar perdere i gusti personali e limitarsi a scegliere il mazzo più efficiente.
Definire i propri obiettivi
Quando si sceglie il mazzo da portare si dovrebbe sempre definire che cosa si vuole ottenere da quel torneo. Quando stavamo preparando il Gp di Madrid con il nostro team la scelta del mazzo si era ridotta a Gill e Sheherazade. Essendo il Gp di Madrid un torneo con il taglio alla top8 (e non alla top16 come i Gp italiani ad esempio) e siccome l’obiettivo di quel Gp era far qualificare il mio amico Lorenzo, Sheherazade fu la scelta più sensata perché era un mazzo che durante la svizzera si sarebbe comportato in maniera migliore rispetto a Gill e ci avrebbe garantito sicuramente l’accesso ai playoff. Benché Gill fosse una scelta migliore per puntare alla vittoria del torneo (essendo un mazzo più forte durante i match dei play off e avendo una % di vittoria più alta ai botti) vincere il torneo non era quello a cui puntavamo: il nostro obiettivo era guadagnare una seconda qualifica al mondiale e pertanto Scheherazade era il mazzo perfetto per il nostro scopo. Ciò non vuol dire che noi non volessimo vincere, ma quando si prepara un torneo importante bisogna tener conto anche di fattori esterni al mazzo in sé e alla vittoria del torneo in generale, avendo ben chiaro che cosa vogliamo portare a casa da un determinato torneo.
Valutare le proprie capacità
Ultimo fattore importante riguardo alla scelta del mazzo deve essere l’autocritica. Saper valutare che cosa sappiamo gioca e che cosa no, saper definire il nostro livello di abilità e a che cosa possiamo puntare è importante. Sopravvalutarsi è l’errore principale che la maggior parte della gente commette e i risultati sono evidenti. Se un tier 1 è troppo complesso per noi conviene sempre far un bagno di umiltà e rivolgersi verso un tier 1.5 piuttosto che giocare male il tier 1. Ovviamente tutto ciò va valutato alla luce di quanto detto in precedenza: essere scarsi a giocare un mazzo non deve essere una giustificazione per scegliere un mazzo scarso, bisogna sempre puntare al mazzo migliore rapportato però alle nostre capacità.
Spero dunque di avervi dato qualche spunto di riflessione anche in quest’articolo, fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti, in privato insomma in ogni modo.
Alla prossima e stay kitsune!